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Ucraina

Anna Maria Corazza Bildt a Kiev da Zelensky - Video

Anna Maria Corazza Bildt a Kiev da Zelensky - Video

di Roberto Longoni

25 Febbraio 2023, 03:01

La demografia è l'arma assoluta: fa a pezzi il presente e occupa il futuro (il nucleare si limita alla prima delle due azioni). La guerra non risparmia i bambini, anzi li ha tra gli obiettivi. «Dalle zone occupate è in corso una deportazione di minorenni ucraini in Russia. E non si tratta solo di orfani, ma spesso di piccoli strappati alle famiglie». Un maledetto anno dopo il 24 febbraio 2022, Anna Maria Corazza Bildt è a Kiev per il «Febbraio dell'invincibilità». Una sorta di ritorno a casa, dopo le decine di missioni nel Paese nel quale è in corso non una guerra, ma un'operazione militare speciale: lo si dica alle centinaia di migliaia di morti dall'una e dall'altra parte: perdite tragicamente in aumento, su entrambi i fronti.

A Kiev, Anna Maria Corazza era in prima nella fluviale conferenza stampa del presidente Zelensky, da lei conosciuto anni fa. «Un leader che trasmette una grande umanità e rispecchia e rappresenta la forza, il coraggio, la resilienza e la fierezza del popolo ucraino - comunica “in diretta” alla Gazzetta -. Fa capire di avere una grande fiducia nel sostegno internazionale». L'ultima volta nella capitale per l'ex europarlamentare europea eletta due volte nelle liste del Ppe in Svezia (e per dieci anni membro della commissione mista Europa-Ucraina) era stata nel 2019, per Yes. L'acronimo sta per Yalta European Strategy, una grande conferenza per avvicinare l'Ucraina all'Europa. Dal 2014, occupata da Putin la Crimea, nella località sul mar Nero nota per l'incontro tra Stalin, Roosevelt e Churchill che si spartirono il mondo non era più il caso di mettere piede. Specie per chi, come Anna Maria Corazza, è nella lista nera del Cremlino: l'unica italiana. Questa missione lei l'ha affrontata di nuovo per Yes, ma anche da presidente di  Magnolia l'organizzazione non governativa ucraina che fa parte di Missing Children Europe, che riunisce 33 organizzazioni di 27 Paesi diversi (per l'Italia il Telefono Azzurro di Reggio Emilia, del quale è volontaria).

«Ci occupiamo - spiega lei - dell'hot line europea per la protezione dei bambini dal traffiking, di bimbi che spariscono attraverso i confini, di nuclei familiari da riunire, di assistenza ai bambini e alle famiglie, salute mentale e traumi di guerra». Oltre ai piccoli deportati in massa. Ovvio che l'Ucraina sia al centro delle attività di Mce. Con indosso la felpa nera dalla scritta in gialloblù «One year. Stay in the fight» commemorativa dell'inizio dell'invasione, Anna Maria Corazza ha incontrato parlamentari locali e altri provenienti dall'estero, per confermare a Kiev che non è sola. «Un errore grossolano non capire che questa guerra è anche la nostra - sottolinea lei -. L'Europa sarà diversa a seconda di come finirà. La pace sarà più duratura solo con l'ingresso di Kiev nell'Unione europea e nella Nato».

Molte le testimonianze di feriti e reduci. «Agghiaccianti quelle di Julia, un medico proveniente dal fronte. Ognuno si racconta con una grande dignità, senza piangersi addosso. Molti hanno lasciato il loro lavoro per combattere. “Per noi non c'è vita senza libertà” mi sono sentita ripetere». Lunga, la chiacchierata con il vice primo ministro Olga Stephanishyna. «La conosco da tempo: è una giovane donna dal coraggio e dalla tenacia eccezionali». A sua volta, la vice premier ha ribadito quanto la deportazione dei bambini in Russia sia per il governo la prima emergenza in questi frangenti: una tragedia di massa, silenziosa e spesso dimenticata, affrontata da Anna Maria Corazza in una lunga riunione con i responsabili di Magnolia, l'associazione ucraina alla quale si rivolgono i genitori ai quali è stato portato via il figlio.

«Dati esatti non è in grado di fornirne nessuno. Tutti fanno molto attenzione a sbilanciarsi sulle cifre. Documentati, ci sono di certo almeno 16mila casi, ma potrebbero essere molti di più». Nemmeno il Comitato internazionale della Croce rossa ha accesso a questi dati. «I russi non forniscono informazioni né fanno vedere a nessuno i minorenni portati oltre frontiera. Questa è una violazione nella violazione. Nemmeno i prigionieri sono trattati così: a loro almeno viene recapitata la posta, pur se con ritardi abissali».

Odiata da una parte, amata dall'altra. Ieri, era in un posto d'onore durante la conferenza di Zelensky in centro a Kiev, in una località mantenuta segreta fino alla fine dell'incontro. Un migliaio i giornalisti provenienti da tutto il pianeta, in una situazione logistica a dir poco complicata. «Mai visti così tanti reporter - spiega alla Gazzetta - nemmeno ai tempi di Sarajevo». Chissà quante volte le viene in mente in queste ore, da tutt'altra parte, l'ex Jugoslavia, dove visse sei anni con elmetto e giubbotto antiproiettile in missione per l'Onu. Fu qui, a Sarajevo, che nel 1998 sposò Carl Bildt, allora alto rappresentante per la Bosnia-Erzegovina e futuro leader del partito Moderato e primo ministro svedese.

Atterrata a Varsavia da Stoccolma giovedì, Anna Maria Corazza è poi arrivata alla frontiera in minibus, per poi raggiungere Kiev in treno alle 6,30 di ieri: la giornata che l'attendeva era senza pause. Dal primo mattino, ha incontrato amici e parlamentari. «Tutti sono sicuri di vincere - sottolinea -. E sono certa che vinceranno».

Roberto Longoni

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