Accoglienza
Il bando della prefettura non è ancora stato pubblicato e verrà diffuso solo nelle prossime ore. Ma al di là del linguaggio criptico dei documenti ufficiali il senso è già ora chiarissimo: il numero dei migranti da ospitare continua a crescere. Quindi occorre trovare in fretta altri quattrocento posti nella nostra provincia.
«Dobbiamo fare fronte alle future assegnazioni - conferma il prefetto Antonio Garufi. - In questa ultima fase gli arrivi sono continuati e le strutture esistenti e già operative hanno raggiunto il livello massimo di occupazione».
E visto che la cronaca racconta di sbarchi in aumento e di nessuna probabilità di una flessione delle partenze è necessario prepararsi.
«In questo momento, infatti, stiamo sopperendo in via straordinaria all'incremento di ospiti, ma non possiamo certo pensare di andare in soprannumero nelle strutture già attive. Per questo nelle scorse settimane abbiamo organizzato due incontri con i sindaci della provincia a cui ho ribadito la necessità di selezionare nuovi spazi. E ognuno deve fare la propria parte».
Questo perché per una serie di motivi la consueta flessione di sbarchi che si evidenzia nel periodo freddo quest'anno non c'è stata. E un inverno temperato potrebbe avere come conseguenza una primavera calda. Non solo dal punto di vista climatico.
«Per comprendere concretamente di cosa stiamo parlando è sufficiente scorrere le cifre: nel 2021 ci sono stati assegnati 370 migranti. Nel 2022 il loro numero è cresciuto fino ad oltre 500. E nei primi due mesi dell'anno in corso siamo già arrivati ad un centinaio». Se la tendenza fosse confermata si preannuncia un nuovo importante incremento. E occorre pensare da subito come gestirlo.
«Ecco perché ho detto ai sindaci del territorio che è indispensabile che si attivino per trovare nelle loro zone appartamenti, case, spazi adeguati per ospitare i migranti che ci verranno attribuiti».
Ben sapendo, l'esperienza insegna, che d'estate il loro numero cresce. «Dai dati a nostra disposizione possiamo dire che la gran parte di coloro che arrivano nel nostro paese provengono dall'Africa subsahariana. La seconda area di provenienza è quella del Pakistan mentre risulta inferiore la presenza di afgani e siriani», continua il prefetto Garufi.
E coloro che scappano dalla guerra in Ucraina? Al contrario di quello che si potrebbe pensare la percentuale di chi arriva da Kiev ha iniziato a diminuire già a metà dello scorso anno.
E, dettaglio interessante, gli ucraini sono poco rappresentati nelle cifre di coloro che hanno bisogno di un alloggio.
«Sì, perché per il 90% hanno autonomamente trovato una sistemazione tra parenti e amici».
Una capacità organizzativa che aiuta non poco coloro che devono farsi carico della gestione delle presenze che, naturalmente, poi variano per una serie di fattori.
«Naturalmente c'è un turn over: ci sono persone a cui viene tolto il diritto all'ospitalità e altri che, avendo ottenuto un lavoro e di conseguenza un reddito, non beneficiano più di questo tipo di assistenza. Alla luce di tutto questo possiamo dire che attualmente sono circa 500 i migranti che sono ospitati nelle strutture della nostra provincia».
Con una distribuzione, però, tutt'altro che uniforme. E anche su questo il prefetto ha insistito negli incontri avuti con gli amministratori locali.
«L'ho detto con assoluta chiarezza - conclude Antonio Garufi. - Io ho l'obbligo di trovare una sistemazione per queste persone così come previsto dalle norme. Quindi occorre trovare delle soluzioni che si identificano solo se si ragiona in maniera condivisa e c'è compattezza da parte di tutti. Perché io vorrei in ogni modo dover ricorrere ad altri metodi per reperire gli spazi. Quindi è davvero molto importante che ciascuno faccia la propria parte».
Luca Pelagatti
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