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Comicità

Paolo Rossi al Paganini: «Meglio un fiasco trionfale di un successo sobrio»

Paolo Rossi al Paganini: «Meglio un fiasco trionfale di un successo sobrio»

di Pietro Razzini

13 Marzo 2023, 03:01

Fresco, brillante, pungente: è un Paolo Rossi in grande spolvero quello che si è presentato ieri sera all'Auditorium Paganini, non lontano dal sold out dei suoi oltre 700 posti.

Adrenalina pura in uno spettacolo frizzantissimo nei contenuti. Anzi, come dice il titolo stesso dello show, scorrettissimo. «Scorrettissimo me - Per un futuro immenso repertorio» è planato sulla nostra città con la sua impareggiabile simpatia: «Noi non recitiamo perché ci siamo accorti che là fuori tutti recitano meglio di noi che siamo sul palco. Quindi offriamo improvvisazione: in realtà non per una scelta stilistica ma per il timore di non ricordarci le battute. La serata dura un'ora e venti ma c'è un bis che vogliamo proporre a tutti i costi perché è l'unica sezione che abbiamo provato».

L' artista, friulano di nascita e milanese d'adozione, abitualmente non guarda in faccia nessuno quando ha l'occhio di bue puntato. E non l'ha fatto neppure nella data emiliana, proposta a Parma da Puzzle Concerti. La serata si apre ufficialmente con l'omaggio a Enzo Jannacci: «Mi insegnò che è sempre meglio un fiasco trionfale di un successo sobrio». Poi continua, raccontando esperienze della sua vita teatrale: «In scena il vuoto di memoria è ben diverso dalla pausa: il pubblico non lo sa. Capitò una volta che iniziai il mio monologo: "Essere...", feci una pausa e in prima fila suggerirono: "O non essere". Fui costretto a dire: "Magari dopo ne ho bisogno ma fin qui ce la faccio"».

Il suo, come rimarcato più volte, è un teatro in divenire, uno spettacolo partecipato in cui il pubblico non ha mai un ruolo marginale. Con Paolo Rossi l'improvvisazione si trasforma in una vera e propria professione all'interno della quale l'esercizio costante, sera dopo sera, porta alla perfezione. E allora ecco che, nell'Auditorium dedicato a Niccoló Paganini, non è blasfemia pura utilizzare la frase resa celebre dal musicista e compositore genovese, cambiando però il soggetto. «Rossi non ripete»: «I comunisti adesso non mangiano più i bambini: sono diventati tutti vegani. Le salamelle, che prima facevano sempre alle feste dell'unità, ora le preparano solo a Pontida».

Con il protagonista della serata, in scena, erano presenti anche i fedelissimi musicisti, la sua «pattuglia acrobatica», Emanuele Dell'Aquila, Alex Orciari e Stefano Bembi che hanno aggiunto ritmo alla già incalzante cadenza proposta da Paolo Rossi. Il mix che ne è nato è stato semplicemente travolgente: «Emanuele ha dei grossi problemi economici: arrotonda organizzando un corso di flamenco nel reparto di ortopedia dell'Ospedale Gaetano Pini di Milano». Surreale e forse un po' scorretto. Anzi scorrettissimo.

Pietro Razzini

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