Due arresti
Le due. Ancora bambina la notte: bambina lei e «maturo» lui, che la osservava dall'alto dei 18 anni appena compiuti. Poteva già concludersi la festa per l'ingresso nella maggiore età? Non sia mai. Spente le candeline, mangiata la torta, esauriti i brindisi (e forse magari anche esauriti dai brindisi gli stessi protagonisti), bisognava inventarsi qualcosa. Così il festeggiato, originario dell'Est, al cui fianco si trovava la fidanzatina 17enne, ha deciso di cercare un antidoto alla solitudine dell'amico-coinquilino in un residence in via Schreiber. Uno «slancio di generosità» dalle conseguenze disastrose: alla fine, dalla notte brava (non più bambina) si è passati alla notte folle, con il duplice arresto dei due ragazzi: per il sequestro di una giovane prostituta e la rapina che sarebbe stata commessa ai suoi danni.
Vista l'ora, non era stato facile trovare compagnia a pagamento per il ragazzo (parmigiano, 19enne). Verso le 3, quando ormai erano quasi esauriti i numeri di un sito di annunci, ha risposto una 24enne straniera. Pattuite 250 euro per un'ora di compagnia, la giovane si è presentata in via Schreiber: ad accompagnarla, il marito, al quale evidentemente è legata anche da questioni professionali. Lei ha suonato al campanello, dopo aver dato appuntamento al consorte a poco dopo le 4. La giovane avrebbe preteso subito di intascare i soldi pattuiti. Poi, infilate le banconote in borsetta, si sarebbe appartata con il 19enne. È in questi frangenti che la vicenda ha preso una brutta piega per lei (e in prospettiva anche per i due ragazzi).
Controllata la borsetta, la prostituta non ha più ritrovato la somma all'interno. Che la prestazione non fosse stata all'altezza delle pretese dell'«utente»? O che semplicemente chi aveva finanziato l'incontro ci avesse ripensato? Non è ancora del tutto chiaro. Fatto sta che la donna quei soldi li voleva e chi - secondo l'accusa - se li era ripresi non aveva intenzione di restituirli. Anzi, a questo punto, per evitare che lei potesse chiedere aiuto, i due avrebbero chiuso a chiave la porta dell'ingresso, impossessandosi anche del cellulare della 24enne. Perché la situazione fosse chiara, i due (o forse uno solo, non è ancora chiaro quale) le avrebbero sibilato di tacere, aggiungendo a muso duro che altrimenti le avrebbero spaccato la faccia.
Che si fossero cacciati in un vicolo cieco era evidente. Come lasciare uscire quella ragazza senza che raccontasse tutto a qualcuno, in primis al marito-partner in affari e magari anche alle forze dell'ordine? In effetti, puntuale allo scadere dell'ora, il coniuge si era presentato nel piazzale sotto il residence. Un po' di ritardo poteva anche tollerarlo, ma che lei non rispondesse al telefono nonostante le chiamate a raffica ben presto lo ha messo in ansia. E così, senza sapere bene a quale porta bussare, l'uomo ha cominciato a sferrare pugni un po' a tutte. Fino a quando non sono intervenuti i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile chiamati da un ospite del residence terrorizzato dai colpi e dalle grida all'uscio di casa.
Allertati anche da parenti e amiche, i militari si sono impegnati a cercare la donna. Al che, ai due, che forse seguivano l'evolversi della situazione da una finestra, sembra sia passata anche la poca voglia di lasciar andare la giovane. Così è trascorso un paio d'ore di ricerche sempre più frenetiche, prima che la porta dell'appartamento si aprisse. Senza che le fosse stato torto un capello - così almeno sembra - la 24enne si è presentata ai carabinieri ancora sotto casa.
Sono bastati pochi minuti, perché la pattuglia individuasse l'appartamento nel quale, secondo le accuse, si sarebbero consumati rapina e sequestro. L'alloggio è stato subito perquisito, e dalla tasca di uno dei due coinquilini sarebbero spuntati i 250 euro che si presume siano alla base di tutta la vicenda. I due ragazzi sono stati arrestati: il maggiore, difeso dall'avvocata Karima Tassa, e il neodiciottenne da Valeria Petrolini, compariranno questa mattina dal Gip Beatrice Purita, per l'udienza di convalida. Per poche ore, del secondo non si occupa il Tribunale dei minorenni. Intanto, ieri e giovedì i due sono rimasti ai domiciliari: la soglia della loro casa questa volta è stata «chiusa» dall'esterno.
Roberto Longoni
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