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Il dibattito politico

Figli di famiglie arcobaleno: i sindaci si dividono

Figli di famiglie arcobaleno: i sindaci si dividono

28 Marzo 2023, 03:01

Il tema in sé è già molto complesso. Se poi ci si mettono anche la burocrazia e la politica, o meglio, lo scontro fra i partiti, il caos è assicurato. E ad essere investiti dal polverone sono i figli nati all'estero delle coppie omogenitoriali, le cosiddette famiglie arcobaleno.

L'ex sindaco Federico Pizzarotti, ora presidente di +Europa, ieri era alla Camera per presentare una mozione che invita i sindaci a trascrivere entrambi i genitori e il Parlamento a colmare il vuoto legislativo che rende la situazione italiana ingarbugliata. A doversi districare tra norme che non ci sono, interpretazioni e stop intimati da prefettura o procura - come è successo a Milano, nel primo caso, e a Parma nel secondo - ci sono i sindaci. Nettamente contrari alle trascrizioni sono i primi cittadini della Lega, mentre fra quelli di centrosinistra prevale la prudenza. E non è tanto una cautela dettata da calcoli elettorali: si tratta anche di non esporre i funzionari comunali a possibili rischi giudiziari.

La mozione
«La politica deve avere il coraggio di decidere, mentre ora c'è un buco normativo che lascia spazio alle interpretazioni giuridiche o tecniche, e questo è un male». Federico Pizzarotti (+Europa) non ha dubbi: i sindaci devono trascrivere. Lui lo aveva fatto, ma la procura gli aveva intimato lo stop. «I territori devono mobilitarsi - dice a margine della conferenza - non per trasgredire una norma, ma per dare un segnale al Governo».

Il consiglio si scalda
Priamo Bocchi, capogruppo di Fratelli d'Italia, ieri in consiglio comunale ha scatenato il dibattito con una comunicazione su questo tema caldissimo. Dopo consiglieri e assessori, anche Michele Guerra ha voluto chiarire la sua posizione. «Le trascrizioni, anche se possono essere impugnate, sono state fatte per una tutela giuridica dei diritti di quei minori che già vivono qui. Senza trascrizioni verrebbero lesi i loro diritti e messa a rischio la loro stabilità sociale e psicologica. La trascrizione, da parte dei sindaci, credo sia stato un atto di grande civiltà e responsabilità verso questi minori». Il vuoto normativo però resta, da qui la richiesta di Guerra al Governo: «È chiaro che serve una legge».

Pressing sul Governo
«Come sindaco voglio essere netto: il Parlamento scriva una parola definitiva e chiara, permettendo ai più piccoli di godere dei loro diritti e ai sindaci, tutti i sindaci, di svolgere il loro lavoro». Anche il sindaco Pd di Fidenza, Andrea Massari, è convinto che la soluzione all'impasse possa arrivare soltanto da Roma. «Non è buttandola sempre in politica o, peggio ancora, punendo i bambini e spogliandoli dei loro diritti che qualcuno potrà rendere un buon servizio all’Italia e ai sindaci. Direi che questa vicenda è un caso da manuale di quanto il Paese reale, quello delle comunità locali, sia mille anni luce più avanti rispetto al Paese dei meandri ministeriali. Il Governo e il Parlamento si fermino un attimo ad ascoltare, dal dialogo possono solo nascere soluzioni intelligenti».

Nicola Cesari (Italia viva), in qualità di sindaco di Sorbolo Mezzani, si preoccupa delle conseguenze per i dipendenti comunali. «La mozione è condivisibile, ma visto che so quali rischi corrono i funzionari che possono incappare in violazioni normative, proprio in virtù del fatto che c’è un ministero dell'Interno che vuole impedire la registrazione, come sindaco non mi sento di far rischiare i funzionari. Non a caso molti sindaci si sono già fermati per evitare che i propri funzionari che registrano siano sottoposti ad una procedura amministrativa». Quindi, anche chi vorrebbe riconoscere entrambi i genitori (dello stesso sesso) dei bambini nati all'estero, per prudenza si è fermato.

Il fronte del no
Tra i sindaci che accettano di esporsi - non tutti lo fanno - ci sono quelli della Lega, forti di una posizione chiara. «Stiamo parlando di casi molto isolati e le priorità, per un sindaco sono altre», taglia corto Tommaso Fiazza, sindaco di Fontevivo «a favore della famiglia tradizionale». La pensa allo stesso modo il collega di Traversetolo, Simone Dall'Orto. «Effetti della guerra sui prezzi, caro energia, immigrazione, la gestione dei fondi del Pnrr: i Comuni hanno altre priorità». Ma intanto i partiti continuano a battagliare. Chissà se arriveranno anche a una decisione.

Pierluigi Dallapina

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