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Le moto, i viaggi e il coro: Casatico piange Nicola Rinaldi

Lo zie Michele: "Tutti lo cercavano. Era felice, sorridente, si offriva sempre al bisogno. Stava bene nella sua dimensione di vita, era un elemento positivo e la sua bellezza viene fuori ora. Questo ci ha lasciato ed è il nostro tesoro".

Le moto, i viaggi e il coro: Casatico piange Nicola Rinaldi

di Maria Chiara Pezzani

18 Aprile 2023, 03:01

 Impossibile pensare di non vedere più il sorriso, la sua presenza gioiosa, attenta, accogliente. «Nico era affamato di vita» dice un’amica. E l’incredulità e lo smarrimento sono nelle parole di chi ricorda Nicola Rinaldi, il 26enne stroncato da un malore domenica, in Trentino, dove era andato a seguire una tappa della Coppa del mondo di motocross. Per gli amici era «Rino». O «Nico»: due modi di chiamarlo per un unico dolore che ora strozza la voce. I ricordi si rincorrono da quando la notizia si è sparsa dalle colline di Casatico dove il giovane viveva con i genitori Carlo e Silvia e i fratelli Filippo e Marco.

La passione per la moto, per il canto nel coro della parrocchia, l’anima dei viaggi in corriera per raggiungere Parma ai tempi della scuola, l’animatore adorato da bambini e ragazzi, il volontario disponibile al circolo Ciclone di Panocchia, l’amico sempre pronto ad ascoltare e a strapparti un sorriso, il compagno delle uscite con la parrocchia... La sua scomparsa lascia un vuoto difficile da colmare.

La passione per la moto è un’eredità di famiglia, del papà Carlo e dello zio Michele, campione del mondo di motocross nel 1984. «Nicola si faceva voler bene senza sforzo, non cercando di essere il numero uno, di dover per forza lasciare qualcosa – racconta lo zio -. Tutti lo cercavano. Era felice, sorridente, si offriva sempre al bisogno. Stava bene nella sua dimensione di vita, era un elemento positivo e la sua bellezza viene fuori ora. Questo ci ha lasciato ed è il nostro tesoro».

«Avevamo trascorso una serata come le solite. La mattina però non si svegliava. Ho chiamato i soccorsi, ma non c’è stato nulla da fare» racconta Geremia Furlotti, che insieme a Nicola si trovava in Trentino per assistere alla gara. Si conoscevano da sempre, Nicola era di qualche anno più grande e, oltre ad una lunga amicizia, condividevano la passione per le due ruote. «Era un trascinatore e aveva la capacità unica di diventare amico con una persona nel giro di pochi minuti – prosegue -. Andavamo spesso in moto insieme e abbiamo creato un piccolo fan club per due nostri amici che gareggiano a livello regionale. Aveva anche preparato le magliette».

Le parole di don Enrico Rizzi, a lungo parroco di Panocchia, sono rivolte proprio a Nicola: «Ricordo la tua dirompente energia, la tua voglia di amicizia e di prendere parte alle cose fino in fondo. Mettevi tanto, ma soprattutto te stesso. Dio ti doni la pienezza di gioia che con tutti cercavi». «Ci ha insegnato il dono dell’amicizia e ha intessuto un legame così saldo con noi da superare anche la barriera terribile e incomprensibile della morte» aggiungono Ilaria Zani e la sua famiglia.

Alle parole dei tanti che oggi lo ricordano, si unisce la campionessa Kiara Fontanesi. «Io e la mia famiglia siamo vicini alla famiglia di Nicola. Era un ragazzo d’oro, con un’educazione esemplare. Faceva sempre ridere tutti, era il suo tratto distintivo e il ricordo che oggi rimane».

Maria Chiara Pezzani

© Riproduzione riservata

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