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Cresce l'emergenza

Senzatetto: bivacchi in strada, tende nei parchi

Senzatetto: bivacchi in strada, tende nei parchi

18 Aprile 2023, 03:01

Ci sono quelli che non stanno mai fermi, che si trascinano la vita sulle spalle o in un cartello preso al supermercato, che ogni giorno inseguono un angolo diverso dove riposare. Poi ci sono gli altri, quelli che battezzano un posto qualunque e lo trasformano nel loro domicilio. Lo si capisce dallo struggente tentativo di rendere un antro riparato, una tettoia, un simulacro di casa. In tutti i casi sono anime stanche costrette a fare i conti con il freddo e l'umidità, con la precarietà e la paura. Con l'esistenza raminga di chi non ha un indirizzo. E quindi neppure una vita.

Senzatetto, homeless, barboni: i nomi cambiano ma la storia è sempre la stessa. Sono quelli che vediamo ogni giorno nelle strade senza mai guardarli, le ombre che sfioriamo allungando il passo e che sempre più spesso incrociamo per le vie di Parma. Un dettaglio che fa riflettere: oggi si trovano anche dove non ti aspetti. Un esempio è la zona tra Duc e Dus, tra via Mentana e via Fratti, tra il Comune e la casa della salute. Queste piazze interne, da tempo, sono diventate rifugio per parecchie persone che usano ogni angolo per ripararsi. «Spesso li troviamo davanti alle vetrate dei nostri studi medici», racconta un medico in servizio nella struttura. - Se per qualche giorno vengono allontanati poi tornano».

Più prevedibile, ma non meno grave, la situazione intorno alla stazione: le zone più frequentate sono quelle alle spalle dei binari, tra le pensiline e il parcheggio sotterraneo. Il secondo livello è chiuso con lucchetti ma ci sono segni dei bivacchi lungo le scale, nelle vie d'uscita: cartoni stesi a terra per tenere a bada l'umidità, capi d'abbigliamento appallottolati. E non solo. In via Villa Sant'Angelo dietro un angolo c'è il rifugio di uno straniero: ci sono i panni e le medicine per il mal di stomaco. E sono scritte in una lingua balcanica.

Il secondo sottopasso dei binari da qualche giorno è stato ripulito ma i segni del passaggio dei «senza fissa dimora» si notano. Come le borse rubate, svuotate e poi lanciate nelle feritorie dietro l'ultimo binario. In San Leonardo, invece, chi non ha casa ha iniziato a colonizzare le aree verdi: chi abita intorno al parco di via Brodolini indica una tenda bianca piantata da tempo. Qualche volta scompare per giorni: ma restano le bottiglie vuote a ricordare che quella è zona abitata. Lo è sempre di più anche il vecchio parcheggio multipiano tra via Colorno e via Forlanini.

Sopra, sulle rampe bivaccano gli ultimi arrivati. Sotto, le stanze sono diventate «casette a schiera»: e c'è pure il tubo di stufa che esce dalla porta di fortuna per scaldarsi. Sempre affollato è anche l'ex scalo merci di viale Fratti: ai piani alti spiccano i panni stesi. Sotto biciclette stranamente nuovissime e immondizia a mucchi. Qualcuno poi si arrangia nei parchi: sulle panchine al Falcone e Borsellino, ora che arriverà il caldo tornano a farsi vedere sempre gli stessi. Dalle parti di via Verdi invece oltre che in strada i senzatetto cercano riparo tra cantine e solai. «Li troviamo anche sui pianerottoli - raccontano i residenti.- E tutte le porte che danno sui cortili ora sono chiuse a chiave». Ma è una guerra senza speranza: qualche giorno fa un abitante dell'Oltretorrente ha trovato, infrattato, un poveretto che dormiva. «Non puoi stare qui», è sbottato. Amara la replica. «E dove allora? Finché non muoio da qualche parte dovrò sdraiarmi».

Luca Pelagatti

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