Viabilità
Il punto indicato sulla mappa è località Groppo Sovrano, sulla provinciale 75, l’unica strada intercomunale che unisce Monchio e Corniglio. Massi caduti in strada, rete paramassi danneggiata, uno sbarramento che resiste da dicembre e un’apertura a formula (implicita) «data da destinarsi».
«Ma se durante l'inverno, con la difficoltà a fare lavori, sono stato silente, ora basta», alza il tono il sindaco di Monchio Claudio Riani. Ha appena firmato insieme a collega di Corniglio Giuseppe Delsante una lettera in cui si invita l’Unione Montana Parma Est a convocare d’urgenza un tavolo tecnico politico con la Provincia. «La strada va riaperta: lo pretendo. E sono disposto a muovermi in ogni direzione: dalla raccolta firme a azioni più “rumorose”».
In questi quattro mesi l’unico segnale arrivato dalla Provincia risulta essere una missiva ai proprietari dei terreni: siano loro – riassumendo - a rimettere in sicurezza il versante. «Un'assurdità - commenta Riani -. O meglio: è ciò che prevede il Codice della Strada, ma da sempre gli interventi sono stati realizzati dall’ente pubblico. E ha un senso: in un ambiente difficile come quello è impensabile che gli abitanti possano pagare quel tipo di manutenzione. Si rischia l’abbandono, e addio strada».
Ciò che significa la chiusura della provinciale è presto elencato: «E’ l’unico collegamento tra due valli: il Caio non lo passi, il passo della Colla non è transitabile e l’unica alternativa è arrivare a Carobbio, nel Tizzanese, con tempi di percorrenza triplicati». Esempi concreti ce ne sono in abbondanza, e preoccupano: «Se stai male a Casarola, l’ambulanza è costretta a passare da Monchio, con un ritardo di mezz’ora: qualcuno rischia la vita. Il medico di base di Corniglio, che è in servizio anche nel nostro comune, non fa più 15 chilometri ma 50 abbondanti, ci sono i disagi per chi ha la stalla dall’altra parte del tratto chiuso, sparito il Prontobus per chi abita nelle frazioni di Casarola, Riana e Grammatica». E ancora: «In estate cosa farà chi ha la seconda casa o veniva in villeggiatura? E sono soprattutto anziani. A Casarola c’è poi il Parco letterario: abbiamo dal Pnrr un milione e 600 mila euro ma con il tragitto molto più lungo, i costi degli interventi programmati aumenteranno, e di fatto si elimina la partecipazione di tutte le ditte della Val Parma. Senza contare il turismo: quante ne verranno di quelle migliaia di ciclisti e motociclisti che di solito transitano d’estate? Stiamo strutturando la Cento Laghi bike da Lagdei a Pratospilla, ma la navetta di rientro non può passare. E qui di turismo si vive».
La lista di preoccupazione si allunga anche a un altro patrimonio da tutelare. Lo sottolinea Riani e lo sottolinea con ancora più forza la Lipu: «Sulle pareti del Groppo Sovrano nidifica la prima storica coppia di aquila reale accertata in provincia di Parma. Non è nostra consuetudine entrare nei temi delle scelte politico amministrative, ma ci sorprende che la Provincia si sia rivolta, ed è la prima volta, ai proprietari dei terreni. Ciò che serve è una soluzione corretta ed efficace». Quella suggerita è mettere «reti paramassi di ultima generazione: la soluzione per meglio mitigare la pericolosità delle rocce che cadono, tutelando persone, strada provinciale e sito di nidificazione». E sulle voci «di una sorta di "cava" o sbancamento del versante, così come (questa più insistente ed attuabile) di affidare uno studio sulla caduta massi attraverso l'utilizzo dei droni, vorremmo ricordare che un'ordinanza comunale vieta l'accesso alla zona del Groppo Sovrano dal 20 dicembre al 15 settembre dell'anno successivo e cioè per tutto il periodo di nidificazione. Inoltre, è una Zona di Protezione Speciale, e qualsiasi attività, anche di studio con o senza droni, è consentita solo dopo una specifica Valutazione di Incidenza del Parco dei Cento Laghi». «Sia attraverso il nostro personale che attraverso l'aiuto degli abitanti di Riana e Casarola da sempre i veri custodi di questa eccellenza naturalistica, vigileremo affinché non sia arrecato disturbo alle aquile reali», conclude la Lipu. «Chiedo che la Provincia vada in Regione - è invece la chiosa di Riani - I servizi in queste realtà vanno garantiti».
Chiara Cacciani
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