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INCOMPIUTA

Ponte delle Acque, tutto fermo a un anno dall'accordo. «Mancano i soldi per avviare i lavori»

Ponte delle Acque, tutto fermo a un anno dall'accordo. «Mancano i soldi per avviare i lavori»

di Pierluigi Dallapina

24 Aprile 2023, 03:01

Ponte delle Acque addio. O meglio, se non è proprio un addio, poco ci manca. Un anno fa Comune, Regione, Provincia e Autorità distrettuale del fiume Po (quella che tutti chiamano Autorità di bacino) avevano firmato un accordo di collaborazione per ridare vita al Ponte Nord – eterna incompiuta, abbandonata e anche vandalizzata – trasformando il primo piano nella sede dell'ente che si occupa del grande fiume e dei suoi affluenti. Ma a un anno di distanza quell'accordo è rimasto lettera morta: mancano i soldi e il ponte resta così com'è, abbandonato, anche se nel 2019 un emendamento del senatore Maurizio Campari (Lega) era riuscito a trasformarlo nel terzo ponte abitato d'Italia dopo quelli di Firenze (ponte Vecchio) e Venezia (ponte di Rialto). Tutto sembrava essersi messo per il verso giusto, ma ad affondare il progetto ci ha pensato la frana che il 26 novembre scorso si è staccata dal monte Epomeo, a Ischia, e ha travolto l'abitato di Casamicciola. Ma cosa c'entra Parma con Ischia? C'entra se ci si mette di mezzo Roma.

«Porterò a termine l'impegno preso dal mio predecessore con la stipula del protocollo d'intesa. Questo significa che darò l'incarico per lo studio tecnico economico relativo all'uso del contenitore, ma poi mi dovrò fermare lì, perché mancano i soldi per fare tutto il resto». Alessandro Bratti, segretario generale dell'Autorità distrettuale del fiume Po, spiega perché, viste le risorse attuali, il Ponte delle Acque è un'utopia. «Nell'ultima Finanziaria il Governo ci ha tolto il contributo e ha ridistribuito alle varie Autorità 2,5 milioni di euro. In pratica sono venuti a mancare 4 milioni».

Facciamo un passo indietro: In Italia, dopo il riordino delle Autorità di bacino (erano 37), ci sono cinque Autorità distrettuali a cui aggiungere le due presenti nelle isole maggiori. All'Autorità distrettuale del fiume Po ogni anno venivano assegnati 6,5 milioni dal ministero dell'Ambiente, ma dopo la tragedia di Ischia i trasferimenti statali sono stati tagliati. «Su un bilancio di 10 milioni, ce ne sono venuti a mancare 4. Ho già scritto al Governo sei volte». Bratti, nei giorni scorsi, ha incontrato anche il sindaco Michele Guerra, che sulla vicenda tiene un profilo basso. «Il lavoro attorno al nuovo uso del Ponte Nord sta proseguendo in collaborazione con l'Autorità di bacino e con le forze di Governo, sulla base dell’accordo siglato sul finire del precedente mandato amministrativo. L’Autorità finanzia uno studio progettuale che ci consentirà poi di proseguire verso l’attuazione dell’accordo».

La realtà sembra però più complessa, perché l'Autorità distrettuale darà sì l'incarico per lo studio tecnico economico, ma non prima di luglio, in quanto attende di avere risorse certe da spendere per questa indagine. Quindi, i dipendenti dell'ente resteranno chissà ancora per quanto tempo a barriera Garibaldi, nel palazzo dell'ex Magistrato per il Po, insieme ai colleghi di Aipo. Nel frattempo, il terzo ponte abitato d'Italia resta un pessimo biglietto da visita per chi arriva in città da via Europa, tra scarabocchi di vernice, vetri crepati e disperati che cercano un riparo tra le gelide architetture di questa incompiuta sospesa sulla Parma.

Pierluigi Dallapina

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