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Il Bocchialini a Gorgona

Il viaggio dei ragazzi nell'isola-carcere dove rinascere si può

Il viaggio dei ragazzi nell'isola-carcere dove rinascere si può

di Anna Pinazzi

07 Maggio 2023, 03:01

Il carcere della libertà.

La chiamano così l’isola di Gorgona, un piccolo paradiso naturale nel Mar Ligure, di fronte a Livorno. La chiamano così - con questo ossimoro che stuzzica più il senso comune che la lingua italiana - perché è la sede di una casa di reclusione molto particolare, l’ultima isola-carcere d’Italia. Qui i detenuti lavorano e vivono a stretto contatto con la natura, con gli animali (maiali, mucche, galline, cavalli, un asino, gatti), coltivano frutta e ortaggi, ulivo e vite, possono giocare a calcio insieme, andare in palestra, cucinare.

Un carcere, in sostanza, in cui le giornate non si passano in cella, ma all’aperto, in nome di quella grande scritta che campeggia sul muro azzurro che accoglie chi è appena attraccato: «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato». È tratta dall’articolo 27 della Costituzione italiana, che a Gorgona si concretizza attraverso la realizzazione di un progetto di reinserimento sociale. Progetto che prevede anche il contatto con visitatori esterni, a particolari condizioni che, però, non tolgono nulla all’incontro. Ai visitatori vengono ritirati i cellulari, le macchine fotografiche, viene chiesto un documento d’identità e gli arrivi sono contingentati. Per il resto si vive normalmente e si trascorre una giornata tutti insieme. Lo hanno fatto venerdì anche gli studenti delle classi 2ªE e 3ªG dell’Itas Bocchialini di Parma, grazie all’iniziativa «Resistere per scelta, resistere alla scelta» realizzata dalla Provincia di Parma insieme ai partner Cai Parma, Intercral Parma aps, l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Parma. Sono partiti insieme agli insegnanti Luigi De Blasio, Annamaria Di Nola, Giulia Lancellotti e Calogero Restivo, Mauro Pinardi, presidente di Intercral, Barbara Usberti e Simona Sabbatini per la Provincia, guidati da Franca Zanichelli, già direttrice del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano.

Hanno potuto visitare l’isola, la sua natura incontaminata (si parla di oltre 400 specie floristiche), i paesaggi mozzafiato (in ultimo, hanno fatto anche il bagno in mare, complici le temperature estive e l’acqua cristallina). E, intanto, hanno parlato con S., un detenuto che, sei anni fa, ha scelto di ripartire proprio da Gorgona. «Il mio umore è cambiato molto da quando sono qui - racconta -, mi sento mentalmente più leggero». La cosa che più lo fa stare bene «è l’incontro con le altre persone - dice - il fatto che i visitatori vengano qui, che i miei familiari, che tra l’altro sono vostri vicini perché vivono a Vicomero - sorride - possono trascorrere con me anche una giornata intera». Poi ci sono gli animali: «Io con gli animali ci parlo - confida -. L’amore per gli animali ce l’ho nel sangue e quando uscirò continuerò a fare ciò sto facendo qui, aiuterò mio cugino a portare avanti la stalla». Poi c’è la palestra, la spaghettata al pomodoro, la passione per l’Inter e l’appuntamento fisso con la soap «Un posto al sole». C’è questo e tanto altro, che gli studenti hanno visto e rielaborato: «Mi sono dimenticata di essere in un carcere - rivela Annalisa di 3ªG -, ho percepito un senso di comunità inaspettato». Ciò che anima l’isola «è un una libertà diversa e particolare - prosegue il compagno di classe Alessio -, che viene vissuta, ma in modo protetto». E la costante sensazione, aggiunge Alessio di 2ªE, che «Gorgona sia per tutti un punto di ripartenza».

Anna Pinazzi

© Riproduzione riservata

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