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L'aggressione di via Imbriani

«Vatti a lamentare da un'altra parte». E lui si è vendicato

«Vatti a lamentare da un'altra parte». E lui si è vendicato

di Michele Ceparano

09 Maggio 2023, 03:01

È sempre ricoverato in Rianimazione e per lui la prognosi è riservata. Ma il 45enne tunisino che domenica pomeriggio all'angolo tra borgo Fiore e via Imbriani è stato ferito gravemente alla gola da un colpo con un coccio di bottiglia vibrato da un connazionale di 34 anni, avrebbe mostrato qualche lieve segno di miglioramento. L'aggressore, che è stato arrestato dai carabinieri subito dopo il grave episodio, si trova ora nel carcere di via Burla con l'accusa di tentato omicidio a disposizione dell'autorità giudiziaria. Ma cos'avrebbe scatenato la furia del tunisino al punto da rompere una bottiglia di birra e colpire il rivale facendolo finire all'ospedale in gravissime condizioni?

Quello che si è saputo saputo subito, dalle testimonianze di alcuni connazionali che conoscerebbero entrambi, è che all'origine dell'aggressione ci sarebbe stata una discussione molto accesa tra i due, scoppiata già il giorno prima. Non per motivi di soldi o droga, come spesso accade quando, in certi frangenti, dalle parole si passa alle vie di fatto. Ma, particolare non secondario, a incendiare gli animi ci sarebbero state le troppe birre bevute, aspetto questo confermato da gente che gravita in questa parte dell'Oltretorrente.

E il «vero» motivo? Cosa può infatti aver detto, quel sabato pomeriggio in via Imbriani, di così grave il 45enne all'altro per fargli covare una così terribile vendetta? Anche se il condizionale è d'obbligo, chi parla sembra piuttosto informato, pur ammettendo di non essere stato presente alla discussione e neppure alla successiva aggressione. Una versione, la sua, forse più drammatica di quella su una rivalità calcistica tra i due. Che pure circola e che, se vera, renderebbe questa storia ancora più assurda. Prendendo per buona la prima, comunque, tra un sorso e l'altro, il feritore, che lavora in un'azienda del territorio, avrebbe confidato all'altro un suo momento di tristezza. «Abita qui a Parma da solo - spiega il conoscente - mentre i suoi tre figli vivono in Sicilia». In particolare, l'uomo era molto giù di corda perché proprio sabato «era il compleanno di una delle sue figlie e lui non poteva essere vicino a lei». Ma dall'altro, sempre secondo il racconto, non avrebbe trovato parole di conforto, bensì di derisione. «Vatti a lamentare da un'altra parte» gli avrebbe intimato. L'alcol poi avrebbe fatto il resto e i due si sarebbero presi a male parole.

Tutto finito? Forse per il 45enne mentre per l'altro la questione sarebbe stata ancora aperta. Così domenica pomeriggio il 34enne, appena incrociato quello che ormai era diventato suo rivale all'angolo tra borgo Fiore e via Imbriani - spesso teatro di risse, come sanno bene i residenti -, lo ha colpito. Tutto sarebbe accaduto in un lampo. Il più giovane, che aveva in mano una bottiglia di birra, l'ha rotta e ha colpito l'altro alla gola. Poi, mentre è scattato l'allarme e sul posto sono arrivati i soccorsi, ha cercato di allontanarsi ma i carabinieri della stazione di Parma Oltretorrente lo hanno trovato poco lontano. «Comunque finiscano le cose, ha distrutto il suo futuro» è l'amaro commento del connazionale.

Michele Ceparano

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