Penne nere
Né il freddo, particolarmente pungente a Udine in questi giorni, né la pioggia e neppure i tanti divieti e «paletti» messi su questa 94esima Adunata nazionale, sono riusciti a dissuadere gli alpini delle nostre terre dal prendere parte alla festa di tutte le penne nere e, di riflesso, delle città che li ospitano. Seppure dalla nostra città non siano in programma le partenze dei pullman pronti a trasportare ex militari e simpatizzanti come accadeva solo fino a una decina di anni fa, auto, furgoncini, van e persino un camion attrezzato a dormitorio per l’occasione sono già partiti alla volta del Friuli e altri seguiranno nelle prossime ore.
Tutte le penne nere di città e provincia sono idealmente già a Udine da due giorni: rappresentate dal vessillo sezionale che giovedì - affiancando il labaro dell’Ana arrivato con il presidente Angelo Modolo e con l’alfiere Oreste Bottazzi - ha reso omaggio ai Caduti partendo dal sacrario militare di Redipuglia per arrivare a Gemona del Friuli, dove sono state ricordate le vittime del sisma del 1976, nel quale la Julia ebbe ben 29 perdite tra i militari di leva in servizio alla caserma Goi-Pantanali.
Anche la giornata di ieri è stata caratterizzata da momenti solenni, a partire dall’alzabandiera in piazza della Libertà e dall’inaugurazione della Cittadella degli Alpini - vetrina di tutte le attività che oggi svolgono le penne nere - al parco Moretti. Per assistere al primo momento corale, che ha visto anche il ricongiungimento con i gruppi che alloggiano in altre città, Udine ha atteso fino al tramonto quando, dopo un «diluvio», è iniziata la sfilata di gonfaloni, vessilli, labaro e bandiera di guerra da porta Aquileia a piazza della Libertà. E oggi sarà ancora una giornata di «arrivi» per essere pronti domenica - sperando nel meteo clemente - per la sfilata finale che vede l’Emilia-Romagna inserita nel primo «blocco» del pomeriggio con la Lombardia e il Secondo raggruppamento di Protezione civile.
Chiara De Carli
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