Furto
«Quella colf era una ladra. E dire che di quella donna ci fidavamo. Mai avremmo immaginato che potesse compiere dei furti in casa nostra». È amareggiato il parmigiano che racconta alla Gazzetta la sua disavventura con una «colf infedele». La donna, secondo quanto riferito, avrebbe carpito la fiducia dei datori di lavoro per rubare carte di credito e preziosi. Ma, alla fine, si sarebbe «tradita».
«Un bottino - fa un primo bilancio l'uomo - da circa trentamila euro». Una volta che i sospetti si sono rivelati a suo giudizio fondati, si è rivolto ai carabinieri per denunciare la collaboratrice familiare.
«Era da qualche mese che quella donna aiutava mia moglie e mia madre - racconta - per le faccende domestiche nei rispettivi appartamenti, che si trovano su piani diversi della stessa casa. Ci era stata consigliata e adesso mi pento perché forse avrei dovuto fare ricerche più approfondite prima di mettermi in casa questa persona».
Comunque, la donna avrebbe fatto il suo lavoro anche scrupolosamente, in modo da non dare troppo nell'occhio.
Il suo obiettivo non sarebbero stati i beni «troppo in vista» all'interno dell'abitazione, ma «le cose di valore più nascoste, quelle che magari restano per anni nei cassetti». Insomma, nel giro di qualche settimana avrebbe fatto sparire tre orologi, gioielli, catenine e anelli, beni dal grande valore affettivo ma anche economico dal momento che la cifra complessiva della roba rubata si aggirerebbe intorno ai trentamila euro.
Avrebbe avuto infatti tutto il tempo, lavorando all'interno degli appartamenti, per scoprire l'esatta ubicazione dei preziosi.
Ma come sarebbe stata scoperta la colf infedele? La donna avrebbe infatti commesso un «passo falso». «Qualche giorno fa - riprende il racconto - sono spariti un bancomat, con relativo pin, e una carta di credito che erano sulla scrivania di mia madre. Con quel bancomat sono stati poi fatti prelievi allo sportello di un istituto di credito della città per circa mille euro».
Proprio quell'episodio ha fatto scattare i «controlli» da parte della famiglia che ha così scoperto che erano spariti molti altri beni.
«Abbiamo visto che mancava molta roba - riprende -. A quel punto l'abbiamo affrontata e lei ha negato tutto. Noi, comunque, abbiamo sporto denuncia e adesso vedremo come andrà a finire».
Ora la famiglia attende la «prova regina» che dimostri che i suoi sospetti erano fondati. «Aspettiamo - conclude - di poter visionare le immagini delle telecamere della banca in cui sono stati fatti i prelievi. Io, però, vorrei anche che mandare un messaggio ai lettori. Attenzione a chi vi mettete in casa».
Michele Ceparano
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