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Via Turchi

I 90 anni di Andrea Viani, il patriarca dei droghieri

I 90 anni di Andrea Viani, il patriarca dei droghieri

di Lorenzo Sartorio

07 Giugno 2023, 03:01

Una volta erano veramente tante. Come minimo, una per ogni borgo e, a volte, di più se una strada era importante. Erano il «sancta sanctorum» delle massaie, il tempio dove potevano trovare di tutto in relazione ai lavori domestici. Quando si entrava all’interno di una drogheria, immediatamente, si era assaliti da un profumo particolare: un mix di aromi di spezie. Inoltre il negozio, “vestito” in modo molto austero e quasi sacrale, prevedeva l’imponente bancone di legno massiccio (in alcuni casi con il piano in marmo), bilance e bilancine (come quelle degli speziali), scaffali lignei dove trovava posto di tutto, recipienti in vetro nei quali, solitamente, alloggiavano bon-bon vari, confetteria (i “sassolini di mare”), pasticche, mentini bianchi e colorati, “scarafaggi” e “ruote” di liquirizia, le immancabili caramelle al miele Ambrosoli e le Baratti, le gommose all’aroma di pino, le pasticche di pomo e d'orzo (per la tosse). Ed ancora: lievito, citrato, le polveri magiche per fare l’acqua frizzante, bicarbonato e zucchero a velo per le torte da sagra, candele, brillantina (la famosa Linetti) sia sfusa che in scatolette di latta, mollette lignee per stendere il bucato, il “flit”, carta moschicida e tanto altro.

Mentre invece l’olio (che un tempo si vendeva sfuso come quasi tutta l’altra merce) veniva tenuto in un bidoncino dal quale il droghiere attingeva per riempire le bottiglie o le ampolline dei clienti. Così pure per il vermut ed il marsala E poi riso, orzo, fagioli e castagne secche, granaglie varie erano alloggiati in apposite cassettiere che prevedano un vetro spia che indicava che articoli vi fossero contenuti. Le massaie che dovevano fare il bucato del lunedì, al sabato, si recavano dal droghiere e, lì, potevano acquistare tutto l’occorrente per lavare a mano i loro panni: dal perborato, alla lisciva, alla varechina, mentre le «rezdore» che avevano l’usanza di fare la mostarda in casa con le pere novembrine dell’orto potevano acquistare quella dose di gagliarda senape in polvere per poi confezionare il magico e saporitissimo intruglio che veniva messo in tavola per Natale in compagnia dei lessi.

Le care vecchie drogherie sono ormai divenute una specie in estinzione come i panda. Una delle drogherie parmigiane sopravvissute, un vero e proprio gioiello «de dla da l’acua», è in via Turchi: la drogheria Viani che aprì i battenti nel 1964. E fu proprio Andrea Viani, che oggi compie la bella età di 90 anni, buona parte dei quali trascorsi tra quei profumi esotici delle centinaia di prodotti esposti nel suo negozio, ad aprire, insieme alla moglie Milena (scomparsa nel 1997), questo che, nel tempo, si è trasformato in un «unicum» oltretorrentino. Erano gli anni Sessanta, meglio i magici ed irripetibili anni Sessanta. La gente aveva voglia di vivere, riscattarsi dai tempi di fame e miseria, aveva voglia di divertirsi, di spendere, fischiettava le canzoni di Gianni Morandi e, per molti, si coronava il sogno di salire su una piccola utilitaria: la Fiat 500. E, allora, anche i commercianti furono più inclini ad aprire nuovi negozi proponendo prodotti che si andavano ad aggiungere, migliorando di gran lunga, quelli che venivano venduti nell’autarchico periodo bellico e post bellico.

Andrea, di famiglia contadina che conduceva un podere in via Isola (una volta aperta campagna), dopo una non brillante parentesi scolastica, capì che la sua strada era dietro il banco di un negozio. Gli si presentarono due possibilità: un negozio di stoffe in Ghiaia e la drogheria Pelosi di via Bixio. Non ebbe dubbi e scelse quest’ultima. Aveva 13 anni e iniziò a fare il garzone ma, soprattutto, iniziò la sua strada tra quel genere di prodotti che tratta da tutta la vita. Onnipresente dietro al banco, con la sua immancabile coppola grigia, indossata sia in estate che in inverno, vestaglia azzurra, Andrea non solo serve premurosamente il cliente con quel garbo antico e quella competenza dei vecchi droghieri ma, quando dà un consiglio, sicuramente è un consiglio saggio per la scelta di un determinato prodotto.

Viani, ancora ben saldo al timone del suo negozio (che negli anni ha saputo adeguarsi ai tempi aggiornandosi con sempre nuovi prodotti) è affiancato dal figlio Mario e dai nipoti Veronica, Pietro e Giovanni nel ricordo del genero Nicola, un altro pilastro della drogheria, scomparso immaturamente lo scorso anno.

Lorenzo Sartorio

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