Parla il questore Maurizio Di Domenico
«Il mio progetto? Più divise e più auto nelle strade. Insomma, vigilanza e più controlli».
Maurizio Di Domenico, il nuovo questore di Parma, ormai è arrivato in città da oltre 20 giorni. E se da una parte si tratta di un periodo molto breve per prendere il polso ad una realtà complessa è anche, dall'altro, un intervallo minimo in cui farsi un idea su quello che si deve fare. Su quelle che, con un termine sbrigativo, si possono chiamare «emergenze».
«Ecco, in questi giorni ho cercato di capire il contesto e mi sono confrontato con i miei collaboratori, ho girato, visto i quartieri. E se dovessi sintetizzare la situazione che ci troviamo a dover affrontare direi che sicuramente Parma non è un paradiso ma neppure un inferno. Forse, allora, l'immagine giusta è quella di un purgatorio. Sul quale, per migliorarlo, occorre lavorare con impegno».
Una voglia di fare che il questore rivendica e che non vuole possa apparire solo come una dichiarazione di intenti. Ma piuttosto la molla reale ad uno sforzo concreto.
«L'ho dichiarato appena insediato e lo ripeto ora: il controllo del territorio è la priorità ma si tratta di un lavoro lungo, in cui ciascuno deve fare la propria parte. La polizia di Stato, certo, ma non solo visto che è una attività complessa». Già, ma da qualche parte occorre iniziare e secondo Di Domenico la zona da cui partire è quella che circonda la stazione, dai parchi. Un tempo polmone verde e ora, troppo spesso, succursale del market sempre aperto dello sballo.
«La scelta è stata quella di agire con azioni mirate: abbiamo messo in campo le pattuglie delle Volanti, della Mobile oltre a quelle del reparto Prevenzione di Reggio oltre alle unità cinofile. E i risultati ci sono; in nove servizi straordinari abbiamo sequestrato 670 grammi di droga e controllato 3344 persone».
Un azione che richiede coordinamento e che, di certo, non può bastare per restituire a Parma quella serenità che per molti è perduta. Quella che si conquista anche con la caparbietà e la costanza.
«Spesso, ad esempio, i residenti lamentano la presenza di persone non originarie del territorio e che provocano problemi: ecco perché abbiamo attivato un monitoraggio molto stringente che ha portato a dei risultati: abbiamo emesso tre fogli di via ma anche quattro ordini di allontanamento, sei accompagnamenti ai Centri di permanenza per i rimpatri mentre in altri tre casi gli stranieri sono stati fisicamente accompagnati alla frontiera».
Se a questo si aggiungono i nove arresti e i cinquanta denunciati si capisce come i primi giorni di impegno abbiano permesso di avere i primi segnali. A cui ora però occorre corrispondere con un ulteriore cambio di passo.
«Se vogliamo però avere più risultati dobbiamo agire sulla presenza nelle strade. La mia priorità è allora anche quella di potenziare la presenza delle Volanti, rinforzandone la presenza soprattutto in certe fasce orarie, quelle in cui c'è una maggiore sensazione di insicurezza. Ma a fianco del lavoro di vigilanza serve anche un rafforzamento di quello a livello investigativo: ecco perché punto a creare delle cellule dedicate che si occupino di approfondire la microcriminalità, indagando sui diversi episodi. Perché ogni rapina, ogni episodio deve avere una risposta adeguata. Anche grazie alla presenza di pattuglie in borghese che contribuiscano al presidio delle strade».
Agenti e mezzi, indagini e monitoraggio: l'estate che sta arrivando si preannuncia decisamente calda per il personale di borgo della Posta. Con la speranza che le prossime stagioni, invece, possano essere meno roventi. Come un purgatorio urbano che smette di fare paura.
Luca Pelagatti
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