Salso
Con una lettera indirizzata ai sindaci di Salsomaggiore, Vernasca, Alseno e Fidenza, alla Regione Emilia Romagna ed al presidente del Parco dello Stirone alcuni residenti nell’area protetta hanno promosso una raccolta di firme (in pochi giorni se ne contano già una cinquantina) con la richiesta di uscire dal Consorzio del Parco dello Stirone.
Tra le ragioni dell’iniziativa, la «chiusura» del campo da calcio di San Genesio, calcato da generazioni di sportivi salsesi, e il rapporto tra i residenti e i rappresentanti dell’istituzione che negli anni si è andato logorando. «La gente che vive nei pressi dello Stirone, fino a un recente passato, stimava un privilegio abitare presso una natura antica e incontaminata – scrivono i promotori –. La gente ha sempre avuto cura del suo torrente, mantenendo un equilibrio ecologico, che è arrivato fino a noi. Poi l’istituzione pubblica ha pensato bene di creare un Parco regionale, che finora sembrava collaborare con i residenti, ma ultimamente ha tenuto un irrigidimento per far rispettare dei regolamenti e per smantellare tutto quello che sembra incompatibile con l’ambiente del parco. Così mentre si pensa di tutelare la flora e la fauna, si è perso di vista l’elemento umano con gravi incomprensioni.
Le lamentele degli abitanti non si contano, soprattutto ultimamente si è voluto togliere la recinzione al campo di calcio presso San Genesio, che era stato concordato con il demanio molto tempo prima dell’istituzione del Parco e che serviva ai giovani della zona. In un quadro politico-amministrativo di infinite authority non si sentiva per nulla l’esigenza di una nuova polizia locale che sembra più attenta a creare difficoltà ai cittadini piuttosto che a tener pulito il torrente abbandonato a sé stesso, anzi come ci si avvicina si rischia una multa.
Abbandonato a sé stesso anche da un punto di vista idraulico, col rischio di esondazioni e disastri se dovessero cadere forti piogge. Nessuna manutenzione è attuata o consentita. Come abitanti dello Stirone chiediamo alle autorità comunali competenti, vista la difficile convivenza con i gestori del parco, di uscire dal consorzio di gestione. I notevoli fondi risparmiati potrebbero essere utilizzati per la pulizia dell’alveo per evitare disgrazie come quelle avvenute in Romagna».
M.L.
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