PATTEGGIAMENTO
Aveva scelto un «sosia» con lo stesso nome. Ma in comune non avevano nulla, semplicemente perché l'altro non esisteva. Un «Valentin» scritto su una carta d'identità romena assolutamente falsa. Ma con quelle generalità l'uomo ombra - 37enne, nato in Moldavia, da anni residente a Parma - è riuscito nel tempo ad ottenere nove patenti di guida in varie città, quattro carte di identità, una lunga serie di intestazioni di auto e moto, oltre che di alcune ditte. E con quell'identità fasulla si se era presentato alle forze dell'ordine in decine di controlli, ma anche se si faceva avanti per depositare qualche denuncia e, a maggior ragione, nei casi in cui era lui ad essere denunciato. Quando poi gli investigatori avevano perquisito la casa, erano spuntati anche un fucile, una sciabola e un machete, tutti non denunciati. Nel frattempo è anche diventato comunitario, avendo ottenuto nel 2017 la cittadinanza romena, e ieri ha patteggiato 4 anni davanti al gip Sara Micucci per falsità ideologica in atto pubblico e false dichiarazioni a pubblico ufficiale della propria identità. Scattati anche cinque anni di interdizione dai pubblici uffici.
La storia di Valentin in Italia? Ormai piuttosto lunga. I carabinieri hanno infatti ricostruito le tappe del suo arrivo e delle sue peregrinazioni nel nostro Paese. Era arrivato a Parma nell'aprile del 2009 con un documento d'identità romeno completamente contraffatto, intestato a un certo Valentin, suo coetaneo, seppure con qualche mese in meno. Nessun viaggio della speranza, visto che sulla carta (falsa) si trattava di un cittadino comunitario. E nel 2017 aveva anche ottenuto la cittadinanza romena, cambiando il nome di battesimo da Oleg a Valentin.
Da quando aveva messo piede in Italia, la sua residenza ufficiale è sempre stata a Parma, per quanto abbia cambiato cinque volte indirizzo. Ed era stato ligio nel segnalare le variazioni anagrafiche. Gli era capitato anche di espatriare, ma in quei casi aveva sempre utilizzato la sua vera identità. In Italia, invece, è sempre andato in giro sotto falso nome, mostrando spesso la stessa carta con cui aveva varcato i confini nel 2009. Aveva ottenuto lo Spid, oltre che il codice fiscale, ma aveva collezionato anche una serie di patenti: a Reggio Emilia, Roma, Lodi e Parma. Nessun problema, poi, per avere carte d'identità italiane: dal Comune di Parma gliene erano state rilasciate quattro tra il 2011 e il 2017, l'ultima elettronica. Strada spianata anche all'Aci e al Pra, dove tra il 2009 e il 2022 era riuscito ad intestarsi sei auto e uno scooter.
Il lavoro? Si era messo in proprio nel settore dei trasporti, ma pure su quel fronte non aveva avuto difficoltà. Tra il 2016 e il 2022 si era intestato cinque ditte, di cui una con sede a Parma e le altre quattro a Milano.
Una serie infinita di falsi e un altrettanto lunga serie di denunce a suo carico. Ma anche di condanne, per di più recenti, visto che si è presentato davanti al giudice con una recidiva infraquinquennale. E ora, con 4 anni di pena, se non dovesse essere sospeso l'ordine di esecuzione, finirebbe in carcere. Con il vero nome.
Georgia Azzali
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