Borgotaro
Il «dialogo» tra la Comunità educativa integrata Arché (con sede a Bedonia, in via Roma, riaperta la scorsa primavera dopo lo stop avvenuto a fine 2022) e la valle continua a non ingranare la marcia giusta: sabato pomeriggio, in redazione, è arrivata una lamentela di Marco Caffi, il legale rappresentante dell’A’peiron, la onlus che si occupa di servizi per minori e giovani adulti cui fa appunto capo Arché.
Pomeriggio in acqua
Stando a Caffi, sabato pomeriggio l’équipe educativa aveva deciso di far passare un pomeriggio ai ragazzi, ospiti della comunità, nella piscina di Borgotaro «senza pretendere alcuna riduzione di costo, quindi sei minori e due educatori, tutti paganti. Al momento dell’ingresso ci è stato riferito dal responsabile della piscina Michele Beccarelli, che i nostri ragazzi non erano graditi e quindi non potevano entrare, giustificando la decisione con fatti occorsi l’estate scorsa. Nessun fatto degno di nota si è mai verificato tale da giustificare questa imbarazzante discriminazione. Inoltre, i ragazzi oggi ospiti, nulla hanno a che vedere con quelli presenti l’anno scorso».
«Un'assurdità»
«Per i sei ragazzi è stata un’assurda umiliazione, credo peraltro non propedeutica al loro percorso educativo, non essendo colpevoli di quanto ci si vuole attribuire. Poi tutti pronti a farsi paladini dell’inclusione sociale. Non escludo di depositare un esposto presso la Procura competente».
Raggiunto per un commento, Beccarelli ha prontamente rimandato le critiche al mittente, rigettando subito le accuse di discriminazione.
Il vero obiettivo
«Noi non ci rivolgiamo ai ragazzi ospiti della comunità di recupero, ma ai loro educatori e quindi a quelli che gestiscono la struttura, che in più occasioni, in piscina, hanno dimostrato di non essere in grado di gestire i loro ospiti. Li avevamo avvisati più di una volta che se si fossero comportati male, spaventando gli altri ospiti della piscina, non sarebbero più stati accettati. Il culmine purtroppo è stato raggiunto l’estate scorsa con un’aggressione ai danni di una ragazza che lavora alla cassa e con le minacce a un nostro bagnino. Detto ciò, ricordo loro che la piscina di Borgotaro è una struttura privata, non comunale, e noi come gestori siamo liberi di accettare o respingere chi vogliamo, a maggior ragione se abbiamo a che fare con comportamenti che ledono la serenità degli altri fruitori».
La domanda
A Caffi, è stato chiesto perché non usufruisce della piscina di Bedonia, più vicina. «Per i ragazzi - ha spiegato - quella di Borgotaro è preferibile avendo anche lo scivolo». Dunque, non si è trattato di discriminazione verso i ragazzi ospiti della comunità che certamente meritano di potersi rinfrescare e svagare in queste prime calde giornate estive, ma una puntuale critica nei confronti dell’équipe di educatori.
Monica Rossi
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