AMARCORD
Quella trasferta del Salso il Brasile. Potrebbe essere il titolo di un film o di un romanzo ma quella trasferta in realtà si svolse davvero.
Per celebrare il quarantennale di quella avventura che i protagonisti ricorderanno per sempre, nei giorni scorsi allo stadio «Francani» il mister di quella squadra, Giancarlo Rocca, insieme al massaggiatore Giorgio Cerati e al capo ultras Maurizio Fiumelli, ha chiamato a raccolta i suoi ragazzi da capitan Benecchi al portiere Azzali, a Setti, Pelizzoni, Dassi, Mordacci, Carpanini, Corbellini, Iapella, Clerici, Chiapponi, Teveri, Giordani, Franzini e Albertelli: alcuni hanno messo ancora le scarpe bullonate, calcando per una mezz’oretta, amichevolmente, il terreno di gioco dello stadio Francani insieme a qualche avversario biancorosso della Combi degli anni Ottanta.
La trasferta, definita un sogno, fu fortemente voluta dal presidentissimo, l’imprenditore Giovanni Gerini ed oggi quel sogno viene raccontato da mister Rocca. «Nel giugno 1983 ci imbarcammo a Milano, con volo Alitalia, per il Brasile: qualche mese prima, a gennaio, il cavalier Gerini, di ritorno da Rio de Janeiro, nell’intento di dare ulteriori stimoli ad una squadra che, dopo un incerto inizio, si stava avvicinando alla vetta della classifica del campionato di Promozione, annunciò: “Ho già preso i necessari contatti, se vinciamo il campionato vi porto tutti in Brasile”».
Finì che il Salso vinse il campionato, a pari punti con il Brescello, e fu necessario lo spareggio. Così riportò la Gazzetta del 16 maggio 1983.
«Qualcuno ha affermato che il calcio è il gioco più bello del mondo perché è imprevedibile: così capita, come è successo ieri al Tardini, davanti a tremila persone, che il Salso, pur in formazione rimaneggiata, stringa d’assedio per ottantacinque minuti il Brescello e perda, addirittura su autorete. In effetti, se una squadra meritava di vincere, non ci sono dubbi, questa era il Salso, forse i termali si sono inimicati la divinità del pallone».
«La serie D rimaneva un sogno così come il Brasile – prosegue Rocca – ma il grande cuore del cavaliere, il suo animo nobile, sincero e generoso ebbero il sopravvento: “Ragazzi, anche se la serie D è sfuggita per un soffio, il campionato lo abbiamo vinto e noi, in Brasile, andiamo lo stesso: sarà un viaggio memorabile, grazie alla collaborazione di quattro grandi club brasiliani, come se fossimo una squadra di serie A, grazie alla disponibilità della nostra ambasciata di Brasilia e della compagnia Alitalia che ci porterà, tra le nuvole, verso il favoloso, non solo calcisticamente, mondo brasiliano”».
Parole che, a chi non visse quel viaggio, potrebbero sembrare esagerate ed un po’ altezzose: non è così e a garantirlo sono le riprese effettuate, per tutta la durata del viaggio, da Tv Salso con la regia di Giorgio Gardini e la voce di Arnaldo «Voros» Varini.
«Un viaggio meraviglioso, solo il cavalier Gerini avrebbe potuto regalarci una cosa simile iniziata con il saluto personalizzato del comandante dell’Alitalia ed un’hostess dedicata solo a noi – ricorda Rocca – Arrivammo a Rio de Janeiro, hotel su Copacabana, dal Corcovado al Pan di Zucchero, dalla spettacolare “torcida” al famoso “Oba Oba” di Ipanema: nel mezzo, la discesa in campo al mitico Maracanà e la sconfitta per 4-2 con la formazione Under 20 del Vasco de Gama tra lo sventolìo di bandiere tricolori da parte di italiani della nostra colonia di Rio. Nuova partenza per Brasilia, tanto perfetta da sembrare finta, sontuoso ed emozionante ricevimento all’ambasciata, conferenza stampa dall’hotel in diretta Tv, amichevole in notturna con la sconfitta per 2-0. Con un altro trasferimento aereo andammo a San Paolo, alloggio in pieno centro all’Oton Palace, raggiunto con il traffico di una città di dodici milioni di abitanti grazie alla staffetta della polizia che scortò il nostro pullman. Vincemmo per 1-0 contro la squadra universitaria del Santana. Dopo la serata in una caratteristica «churrascarìa», l’esperienza indimenticabile contro una grande squadra, l’Under 20 del San Paolo: i cinque gol incassati non contano sul terreno dello stadio Morumbì che si andava riempiendo durante la nostra anteprima alla gara San Paolo – Santos del campionato carioca. A scrivere la parola «fine» un indescrivibile ricevimento alla «Terrazza Italia», quarantunesimo piano di un grattacielo in centro città alla presenza del prefetto di San Paolo, dei presidenti di clubs e dell’ordine dei giornalisti: indescrivibile, insomma, ritrovarsi al centro di un simile spettacolo».
Una tale avventura non potrà mai essere dimenticata tanto che dopo 40 anni i protagonisti di quella tournée si sono ritrovati per rivivere insieme, ancora una volta, quelle emozioni e per ricordare il cavaliere Giovanni Gerini, scomparso nel 1990, ma sempre presente nel cuore di tutti.
Manrico Lamur
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