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IMMIGRAZIONE

Emergenza sbarchi, nuovo appello del prefetto ai sindaci: «Più posti per l'accoglienza»

Emergenza sbarchi, nuovo appello del prefetto ai sindaci: «Più posti per l'accoglienza»

10 Luglio 2023, 03:01

La paura della morte in mare non li ferma. La fiumana di migranti che dal nord Africa, ogni giorno, approda sulle coste italiane è inarrestabile. Le statistiche del Viminale sono da record – il 6 luglio sono sbarcati 1.743 migranti, lo stesso giorno di un anno fa erano 664 – e il problema dell'accoglienza investe tutto il Paese. Compresa Parma e la sua provincia, dove la prefettura, pochi giorni fa, è stata costretta ad aprire due nuovi Centri di accoglienza straordinaria (Cas) per un totale di 65 posti. Dove? Ancora nel territorio di Salsomaggiore. A Tabiano per la precisione, paese con tanti alberghi e pochi turisti, scatenando la reazione di due consiglieri comunali di Salso che, per protesta, hanno scritto alla premier Giorgia Meloni, al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, al prefetto Antonio Garufi e al presidente della Provincia Andrea Massari. Basta migranti a Salso e a Tabiano, scrivono i consiglieri Andrea Davighi (Lega) e Filippo Fantoni (Fratelli d'Italia). Tutti i territori facciano la loro parte, soprattutto quei comuni che fino ad oggi (su 44 sono la metà) non hanno ancora accolto i richiedenti protezione internazionale, aggiunge il presidente Massari e con lui anche i sindaci di Parma, Michele Guerra, e di Salsomaggiore, Luca Musile Tanzi, due tra i territori più «accoglienti» di tutta la provincia. La situazione è drammatica, perché gli arrivi continuano ma i posti non ci sono e per questo venerdì il prefetto Garufi ha lanciato l'ennesimo appello ai sindaci. Servono letti, subito.

La lettera ai sindaci

Il 28 giugno, con scarsissimo preavviso, il prefetto aveva convocato tutti i sindaci a Palazzo del Governatore per rastrellare nuovi posti di accoglienza. Ma al termine di oltre due ore di confronto c'è stata una fumata nera e così venerdì ha scritto nuovamente ai sindaci. «La situazione è veramente impegnativa. Le persone continuano ad arrivare sul territorio e la loro gestione non è una materia di competenza esclusiva del prefetto. Questa è un'emergenza che va governata tutti insieme». Il concetto è chiaro, ma la metà dei comuni, ad oggi, non ha accolto nessun migrante. «La prefettura continua a chiedere collaborazione a tutti, ma in alcuni casi questa collaborazione tarda ad arrivare». In alcuni casi non c'è mai stata, ma se non verranno trovate nuove strutture d'accoglienza, il rischio è che i migranti vengano accolti in tendopoli, o meglio, all'interno di moduli abitativi. Una soluzione d'emergenza che però non piace a nessuno.

Il «salvagente» di Tabiano

A darne notizia è il sindaco di Salso, Luca Musile Tanzi. «Negli ultimi giorni, a Tabiano, sono stati attivati due nuovi Cas. Uno con una capienza di 40 posti e l'altro con 25 posti, quando nella frazione esiste già una struttura da 65 posti. Ricordo che a Tabiano ci sono circa 130 migranti su 400 residenti. La situazione è esplosiva», afferma il sindaco che, al pari del prefetto, fa appello agli altri amministratori. «Tutti i comuni del territorio facciano la loro parte».

I consiglieri Davighi e Fantoni, nella loro lettera, parlano di emergenza sicurezza, oltre che di possibile danno d'immagine per la località turistica. Questo, scrivono, «rischia di essere purtroppo anche un tema di ordine pubblico per tutti i cittadini salsesi e tabianesi che si ritroveranno centinaia di persone appena arrivate in Italia libere di muoversi e di fare quello che vogliono». Per questo chiedono «al primo ministro, al ministro dell’Interno e al prefetto di rivedere questa decisione e almeno in prima istanza per ovviare ai possibili problemi di ordine pubblico di aumentare sul territorio il monitoraggio e la presenza di pattugliamento da parte di polizia o carabinieri».

Amministratori in crisi

Toni completamente diversi nelle parole del sindaco Guerra, che parla del dovere di accogliere, ma non nasconde le difficoltà di chi deve gestire un esodo epocale. «Nella prima metà del 2023 gli sbarchi sono più che raddoppiati rispetto ai 6 anni precedenti. I nostri valori ci tengono saldi alla convinzione che l’accoglienza sia necessaria e doverosa e il Patto sociale per Parma contiene anche queste misure. Tuttavia deve essere un’accoglienza regolata da politiche nazionali responsabili e da risorse economiche che arrivino sui territori e consentano una integrazione reale, altrimenti, a valle, nei Comuni, gli amministratori si trovano a rincorrere solo emergenze e problemi».

Guerra a questo punto si rivolge a Roma. «Il Governo deve fare di più e meglio, soprattutto su un tema così caldo per le destre e la cui complessità oggi si para davanti ai loro occhi con indici di crescita inimmaginabili, a dimostrazione che prima e oltre la polemica politica serve pragmatismo e senso della realtà. La città di Parma fa tutta la sua parte e molto di più a livello territoriale. Auspico che l’invito del prefetto Garufi ai sindaci della provincia sia raccolto: ognuno deve fare di più di fronte a questa emergenza. Non è politicamente più furbo chi non accoglie, è semmai meno responsabile».

«Il Governo naviga a vista»

La pensa allo stesso modo il presidente della Provincia. «La gestione dei profughi è competenza esclusiva del Governo, ma questo Governo non ha ancora un progetto di gestione e naviga a vista. Il problema c’è, è enorme, ma siamo ancora agli slogan», afferma Massari. «Per gestire l'accoglienza dei migranti sul territorio occorrono risorse, se i bandi delle prefetture vanno deserti, significa che le risorse stanziate sono ampiamente insufficienti». Molti Comuni, anche nel Parmense, aggiunge, «sono favorevoli alle politiche di accoglienza diffusa che portano ad una vera integrazione e ci lavoriamo da anni, parliamo dell’ex Sprar ora Sai. L’esatto contrario della gestione tramite i Cas, che poi va detto non sono neanche adeguatamente finanziati».

Anche Massari si rivolge al Governo. «Non si può pensare di far ricadere tutta la gestione dei migranti sulle spalle dei Comuni. Alcuni comuni, pochi, quello che potevano fare lo hanno fatto. Le prefetture stanno facendo quel che possono in una situazione difficile per riuscire a gestire una situazione molto critica, ma non si può pensare di caricare sempre e solo sui pochi comuni che stanno già ospitando, a partire da Parma e Salsomaggiore». Massari poi lancia una proposta che scontenterà molti sindaci. «Se si dovrà agire forzosamente per individuare nuovi siti per l'accoglienza si proceda prima in quei comuni che non hanno mai accolto nessuno e parliamo di 22 comuni su 44».

Pierluigi Dallapina

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