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«Ho sempre amato questo sport che presuppone disciplina, tecnica e velocità». Parola di Miriana Pucci, 29enne parmigiana, che venerdì sera all'azienda agricola «Virone» di via Traversetolo, salirà sul ring per sfidare un'altra parmigiana appassionata della «nobile arte», Laura Parisi.
Sei arrivata alla boxe solo due anni fa. Come mai così tardi?
«Fin da piccola ero affascinata dal pugilato. Vedevo i combattimenti e mi chiedevo come fosse possibile che quegli atleti potessero fare certe cose sul ring. Se avessi potuto avrei iniziato giovanissima ma sono stata frenata dai miei genitori, preoccupati del fatto che potessi farmi male e dubbiosi sulla possibilità che una donna potesse salire sul ring».
Una passione, quindi, che è esplosa due anni fa. Come hai iniziato?
«Con la gym boxe che in realtà è un diverso tipo di pugilato dove i colpi vengono solamente simulati. Una sorta di boxe di figura che mi piaceva ma che non rispondeva appieno ai miei desideri. Ho comunque vinto il primo incontro e poi ho virato decisamente sulla versione classica di questo sport».
Quali caratteristiche del pugilato ti affascinano di più?
«Molti pensano che praticare questo sport significhi solo salire su un ring e dare dei pugni. Ma c'è molto altro dietro ed è quello che mi piace di più. C'è disciplina, tecnica, agilità. Mi sono messa alla prova e sono ancora convintissima di questa scelta».
Che ruolo ha avuto in questa decisione il tuo allenatore, Adriano Guareschi?
«Direi decisivo, è lui che mi ha fatto decidere di virare sul pugilato vero. Non è una scelta facile perchè spesso le donne che iniziano poi si spaventano e smettono. Adriano mi ha fatto superare questo limite e sono orgogliosa di aver raggiunto questo traguardo».
E adesso devi affrontare questo primo incontro. Sei emozionata?
«Decisamente. C'è stata una lunga e faticosa preparazione ma alla fine sono soddisfatta».
Quante riprese farete?
«Tre da due minuti l'una».
Conosci la tua avversaria, Laura Parisi?
«Ci siamo trovate circa un anno fa a fare un po' di allenamenti insieme ma non posso dire di conoscerla bene».
E comunque sul ring tutto si azzera. Anche questo è un aspetto che ti piace?
«Quando sali lì sopra pensi solo a te stesso. Ecco perchè mi piace dire che la boxe ha anche una forte componente di egoismo, come credo tutti gli altri sport individuali. Penso solo a vincere».
Ma ti poni degli obiettivi o pratichi il pugilato solo per dimostrare qualcosa a te stessa?
«In Nazionale penso che non ci andrò mai vista l'età (ride, ndr). Per ora, finchè il fisico e la testa tengono, penso di andare avanti anche se questo sport implica molti sacrifici sotto tanti punti di vista. Poi, una volta conclusa la parentesi agonistica, mi piacerebbe insegnare pugilato. E' un desiderio che tengo nel cassetto e che spero si avveri».
Carlo Brugnoli
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