Cauto ottimismo degli inquirenti sulle indagini
Il «chi», in questa brutta storia, ancora non è chiaro. E neppure il «perché». Ma il «dove» è evidente: in questa vicenda il luogo racconta tante cose. Perché basta fare scorrere lo sguardo intorno al parcheggio di via Palermo, vedere le pipe da crack e la stagnola delle dosi per capire che qui si respira un'aria pesante. Che questa aggressione è solo l'ultimo sintomo di un contagio che è iniziato molto tempo fa. E che la gente della zona racconta usando parole come «paura». La stessa che ha provato una persona che ieri mattina, intorno alle 5.30, è uscita dalla sua casa di via Trento e che si è trovato davanti un nordafricano stravolto: scalzo, terrorizzato e sporco di sangue.
Una figura che arrivava da quella terra di nessuno in fondo al parcheggio di via Palermo e che con passo malfermo andava verso la stazione. Il testimone non poteva saperlo: ma quel sangue veniva da una profonda ferita all'addome. Una cosa però l'ha colta al volo: serviva aiuto e ha composto il 113.
Sul posto sono arrivati gli uomini delle volanti che poco dopo sono stati contattati di nuovo per una seconda telefonata. A parlare, questa volta, la guardia giurata in servizio per la SecurDucale che aveva trovato l'uomo. Era a terra, nel piazzale della stazione, davanti all'ufficio della polfer. Ed era grave.
Piazzale Dalla Chiesa si è così riempito di lampeggianti: gli operatori del 118 hanno prestato i primi soccorsi al ferito che è stato ricoverato in Rianimazione. Troppo grande la perdita di sangue, troppo serie le sue condizioni per perdere anche solo un minuto. Anche le forze dell'ordine si sono subito attivate: gli agenti hanno iniziato ad esplorare l'area cercando eventuali testimoni e l'arma. Sul posto sono presenti delle telecamere, ma pare che non siano state di troppa utilità: tuttavia sembra trapelare un cauto ottimismo. Da parte degli investigatori della Mobile, coordinati da Filippo Cocca, nessun commento sulle indagini che appaiono molto complesse, ma la sensazione è che in queste ore potrebbero esserci degli sviluppi. Intanto il ferito, che non aveva documenti, rimane in prognosi riservata. Le sue condizioni hanno mostrato un lieve miglioramento e presto potrebbe essere sentito dagli inquirenti. Forse allora potrà dire il suo nome e svelare «chi» lo ha colpito. E «perché» tanta ferocia.
Luca Pelagatti
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