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Rugby femminile

Alessia Pilani, un'altra Furia Rossa in azzurro: «Ho sognato a lungo questo debutto»

Alessia Pilani, un'altra Furia Rossa in azzurro: «Ho sognato a lungo questo debutto»

di Vittorio Rotolo

26 Luglio 2023, 03:01

Alla vigilia della semifinale scudetto con Villorba, a maggio, Alessia Pilani era tra gli angeli del fango nella sua Romagna. A distribuire generi di prima necessità agli alluvionati e a rimuovere i detriti che si erano accumulati all'interno del vivaio dove lavora la mamma.

Sabato sera, a Piacenza, il pilone destro delle Furie Rosse di Colorno ha coronato un sogno: debuttare con la Nazionale maggiore, nella sfida contro la Spagna. Il suo ingresso in campo, al minuto 74, è stato accompagnato dai cori di familiari e amici: «Su le maniiii...Alessia Pilani!», l'incitamento risuonato sugli spalti dello stadio Beltrametti. «L'ho sentito molto bene, certo. E questo clima ha contribuito ad amplificare ulteriormente la mia emozione. Ma, in quegli istanti, ero molto concentrata sul campo» sorride Pilani. Che già lunedì mattina, a meno di 36 ore di distanza dal suo primo cap in azzurro, era di nuovo a Colorno: pronta ad accogliere i piccolini che partecipano al centro estivo organizzato dal club. Non una novità per questa ragazza di 24 anni, altruista e generose come poche: agli impegni con la squadra e agli studi universitari, Alessia unisce volentieri anche l'impegno nell'attività di doposcuola che il Rugby Colorno porta avanti sul territorio, a beneficio di chi ha bisogno. D'altronde, il rugby insegna «a dare sostegno agli altri» interviene subito lei. «Ma anche a lavorare in gruppo, a creare uno spirito di squadra, a ricevere e trasmettere fiducia».

Che cosa significa, per lei, la Nazionale?

«Non vedevo l'ora di vivere questo momento. È un obiettivo che mi ero posta già quando facevo ciclismo e in funzione del quale ho continuato a profondere energie anche quando ho iniziato a giocare a rugby. Al di là dell'orgoglio presente in ogni atleta chiamato a rappresentare il proprio Paese, nel mio caso l'ambizione di poter arrivare un giorno in Nazionale è stata sempre uno stimolo per migliorare».

Quanto ha contato, nel percorso che l'ha portata in azzurro, l'esperienza maturata a Colorno?

«Tantissimo. Ho scelto di venire a giocare qui proprio perché è un top club: il posto giusto per diventare una vera giocatrice».

Che ambiente ha trovato in azzurro?

«L'aria della Nazionale avevo cominciato a respirarla qualche mese fa: ho fatto parte del gruppo impegnato nel Sei Nazioni, andando in panchina in occasione dell'ultima partita contro il Galles. È un ambiente sano, tutti cercano di facilitare il processo di inserimento delle nuove arrivate».

Per lei è come essere a casa, vista la nutrita presenza di Furie Rosse.

«È vero. Le mie compagne sono sempre state un punto di riferimento all'interno dello spogliatoio azzurro. Isabella Locatelli, in particolare, mi ha dato qualcosa in più di utili consigli. Già prima del Sei Nazioni, era stata infatti proprio lei a spronarmi, a farmi credere nelle mie potenzialità. Così anche Plinio Sciamanna, fino a qualche mese fa mio allenatore a Colorno e che fa parte dello staff della Nazionale. Loro due sono le persone che mi conoscono di più: se ho bisogno di un supporto, entrambi sanno trovare sempre le parole giuste per tirarmi su di morale».

Come ha vissuto le ore che hanno preceduto il suo debutto. Sapeva di dover entrare in campo?

«No, ma ci speravo: ero piuttosto tesa. Ne sa qualcosa Silvia Turani, mia compagna di camera in ritiro. Lei gioca nel mio stesso ruolo, così abbiamo ripassato gli schemi. Mi ha tranquillizzata, un po' come faceva già quando militavamo insieme a Colorno. Allora ero una ragazzina appena arrivata. In campo Silvia era molto esigente, ma capivo che era un modo per accelerare la nostra crescita. Quella lezione mi è servita. E oggi che sono una delle più grandi nella rosa delle Furie Rosse, faccio lo stesso con le giovani. Naturalmente pretendo molto in primis da me stessa».

Mi racconta i suoi 6 minuti contro la Spagna?

«Sono stata impiegata come seconda linea, riuscendo ad entrare subito nel vivo del gioco: mi sono divertita. Spero possa essere un nuovo punto di partenza per la mia carriera».

Tra i suoi familiari, sabato, chi era il più emozionato?

«La mamma. A fine partita, mentre gli altri mi dicevano che avrei dovuto portare tutti a festeggiare, lei era già pronta a pagare il conto (ride, ndr). E intanto, piangeva di gioia».

La prossima sarà la sua quinta stagione a Colorno: cosa si aspetta?

«Siamo una squadra giovane e determinata, Non facciamo proclami, ma abbiamo grandi motivazioni: possiamo dire la nostra».

Dopo l'alluvione, come sta la Romagna?

«Per fortuna la situazione è migliorata un po' dappertutto, anche se in certi paesi resta ancora qualche criticità. Noi romagnoli siamo un popolo forte, abituato a rimboccarsi le maniche e a guardare avanti. Ci siamo già rialzati».

Vittorio Rotolo

© Riproduzione riservata

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