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AZIENDE E INNOVAZIONE

Saes, le grandi sfide tecnologiche passano da qui

Saes, le grandi sfide tecnologiche passano da qui

di Silvio Marvisi

29 Luglio 2023, 03:01

Una piccola azienda parmigiana ha vinto a Darmstadt, in Germania, l'appalto di fornitura per alcune parti di un acceleratore di particelle, per lo studio di antiprotoni e ioni.

Acceleratori di particelle

Si sa, il vino buono sta nelle botti piccole, così si scopre che la Saes Rial Vacuum, con trenta dipendenti, ha partecipato a gare e appalti ancora più importanti e sta prendendo parte a progetti di altissimo rilievo scientifico. Saes Rial si occupa di
camere per il vuoto, quelle camere in cui vengono introdotti i campioni per gli acceleratori di particelle in cui si studiano le collisioni e il decadimento degli elementi. Il vuoto perfetto o «ultravuoto» permette la riduzione delle interferenze pressoché a zero: così i dati scientifici risultano quindi affidabili e di maggior importanza statistica.

La fusione nucleare

Il progetto forse più importante in cui è coinvolta la piccola azienda di strada Argini si occupa della sperimentazione e realizzazione della fusione nucleare. Saes Rial fornisce finestre diamante, pezzi di altissima tecnologia per il controllo della fusione, per una ricerca che vede impegnate aziende pubbliche e private giapponesi.

C’è poi la partecipazione al Commonwealth Fusion System, sistema in cui si studiano ioni, idrogeno e le sue reazioni, acqua pesante e altri elementi, ovvero tutti quelli fondamentali per la fusione nucleare. Dal Cern al Bosone fino ai touchscreen: la componentistica prodotta dalla piccola azienda parmigiana viene utilizzata in molti settori. Alcuni tipi di magneti del Cern sono prodotti dalla filiale parmigiana del gruppo Saes. Quei magneti servono per migliorare la qualità del segnale, la luminosità nello studio del bosone. Altri componenti sono invece utilizzati nel progetto francese Miga che analizza i campi gravitazionali tramite un interferometro laser.

Saes Rial lavora già da anni con l’Argonne National Laboratory di Chicago, in cui si sfrutta un acceleratore di protoni per ricerche scientifiche. Lo stesso laboratorio in cui è stato «creato» il vaccino anti Covid Paxlovid e molto altro. La stessa azienda produce anche camere a vuoto di grandi dimensioni utilizzate nella produzione di superconduttori o per l’utilizzo di microfilm speciali, per esempio in titanio, tramite cui si producono gli schermi touchscreen utilizzati non solo nei telefoni cellulari.

La medicina del futuro


Ci sono sviluppi a scopo industriale, ma anche diverse prospettive in ambito medico-scientifico. Saes ha realizzato alcune parti per la mammografia ad alta risoluzione, ora in sperimentazione a Trieste, utile per la rilevazione precoce del tumore al seno così da poter salvare quante più vite possibile.

C’è poi la partecipazione al progetto Cnao, Centro nazionale adroterapia oncologia di Pavia, in cui si sta sperimentando il bombardamento con protoni e ioni di carbonio così da eliminare i tumori non operabili o resistenti alla radioterapia. La piccola azienda parmigiana sembra proprio essere una piccola grande realtà, una piccola finestra verso un grande futuro.

Silvio Marvisi

© Riproduzione riservata

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