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L'intervista

Gigi Buffon ai tifosi crociati: «Volevo riportarvi in A, spero di non avervi deluso»

Gigi Buffon ai tifosi crociati: «Volevo riportarvi in A, spero di non avervi deluso»

di Sandro Piovani

04 Agosto 2023, 03:01

Eccolo finalmente. Il Gigi Buffon che conosciamo, che abbiamo imparato a conoscere ancor di più negli ultimi due anni. Eccolo, non si spengono i riflettori su di lui ma certamente ogni giorno che passa è un giorno verso la normalità. Di ex calciatore, di padre, di amico. Amico di Parma. Lo si capisce parlandogli a bocce ferme. Quando lo tsunami dell'annuncio del suo ritiro sta rientrando verso il grande mare che è il calcio. Certo, si sapeva. Certo, lo abbiamo scritto da settimane. Ma l'ufficialità ha dato quel senso di smarrimento a tutti i tifosi del calcio, non solo del Parma e non solo italiani.

I giocatori crociati, praticamente tutti, postano sui social la loro foto con Gigi Buffon, quasi a testimoniare quel «Io c'ero» che vale più di una medaglia, più di un gol. E così i tifosi, i giornalisti, gli addetti ai lavori. Tra le poche fortune che può dare il tempo che passa, ecco che aver vissuto questa storia da cronisti è qualcosa che resterà dentro anche anoi della Gazzetta di Parma.

Gigi lo sa bene e sa come i tifosi crociati abbiano voglia di sentire le sue parole. Un saluto.

Il messaggio di Gigi

Non un addio. Un saluto accorato e sincero. Vero Gigi?

«Cosa posso dire di originale? Nulla...».

Però un saluto per i nostri lettori tifosi lo puoi fare... Forse lo vuoi anche fare..

«Quello che voglio che sappiano è che la motivazione principale della scelta di tornare era dovuta esclusivamente dall'emozione di riabbracciare la gente di Parma e poter regalar loro la serie A».

Già, era il tuo obbiettivo. Per Parma però sei comunque unico...

«Vero. Questo non è accaduto, ma se penso alle emozioni provate in questo periodo, al costante affetto, all'entusiasmo che traspariva sui volti dei tifosi ogniqualvolta entravo in campo, alla stima quotidiana che ho percepito camminando per le strade in questi due anni, beh, capisco che non si può aver tutto nella vita, e credo fermamente che la gente di Parma sia stata orgogliosa di avermi ancora tra le sue fila anche se non sono arrivati i risultati che speravamo ed io concludo la mia carriera da “Uomo-Felice”, perché è stata la carezza più importante che potessi regalarmi».

Ed ora?

«Spero di non averli delusi».

Ed ora?

Nessuna risposta. La riflessione è in corso. Nazionale, Parma, Nazionale, Parma... è quasi come sfogliare la margherita. Giusto pensarci. E per noi è difficile uscire da quella retorica da libro Cuore che parla di emozioni, di sentimenti, di lacrime. Perché a sentire Gigi parlare da «Uomo-Felice» c'è anche tanta voglia di condividere queste emozioni. C'è l'orgoglio parmigiano di poter cantare «chissenefrega...». Già, la serie A prima o poi arriverà, i risultati ci saranno. Ma volete mettere cosa significa per una città «essere la carezza più più importante» che Buffon potesse regalarsi?

L'ultimo sogno

Chissà, tra l'immagine di Buffon in lacrime appena dopo l'eliminazione con il Cagliari e il sorriso dei giorni «normali» a Parma, abbiamo scelto il secondo. Chissà che il sogno della A non passi da Buffon collaboratore della società. O, chissà, sarà un sogno, semplicemente non passi dall'incitamento di Gigi, dalla curva Nord. Chissà... Intanto siamo felici di avere un amico «Uomo-Felice», merce veramente rara. E speriamo contagiosa.

Sandro Piovani

© Riproduzione riservata

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