LETTERA AL DIRETTORE
Cortese direttore,
per una non certo voluta coincidenza, sulla Gazzetta di Parma del 4 agosto scorso, quindi alcuni giorni prima della polemica innescata dalle «certezze» affermate da Marcello De Angelis, è apparso un intervento di Danilo Coppe proprio sull’attentato alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980.
In cui, in sostanza, si chiede del perché aprioristicamente non si indaghi in maniera più approfondita anche su altre ipotesi per individuarne i possibili autori.
Non lo rimarcherei se l’autore dello scritto fosse un qualche altro soggetto faziosamente appartenente a questa o quella parte politica al pari del De Angelis, di cui personalmente ignoravo chi fosse o chi sia.
Ma, trattandosi di un tecnico esplosivista di tutto rispetto nel proprio ambito professionale (...come la demolizione del ponte Morandi conferma!) ora mi pongo il quesito di un seppur minimo dubbio.
Capisco che dopo decenni di convinzione contraria anche il solo sollevare una qualche perplessità differente dalla vulgata neofascista avrebbe un che di traumatico per tanti e soprattutto, come lo stesso consapevolmente Coppe ammette, per i parenti delle vittime. Sarebbe, e mi si consenta il parallelismo storico, come negare la responsabilità di Nerone nell’incendio di Roma.
Ma negazionismi, revisionismi, complottismi o controfattualismi a prescindere, nel rispetto dell'oggettività democratica non sarebbe altrettanto equivoco censurare il parlarne?
Mario Taliani
Noceto, 9 agosto
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata