VETRINE VUOTE
Se ne parla da molto tempo, ma negli ultimi anni la «desertificazione commerciale» del centro ha accelerato notevolmente la propria marcia. E non c'è bisogno di andare nei borghi nascosti: basta percorrere anche le strade principali, con qualche rara eccezione come via Cavour e via Farini, per trovarsi di fronte a uno svuotamento evidente.
Via Garibaldi, forse, è quella che può meglio rappresentare l'emblema del declino commerciale: Persino la tabaccheria-ricevitoria all'angolo con via Borghesi, un tempo frequentatissima, ha le serrande abbassate. Così come lo sono quelle dell'ex negozio Fatam a metà via, ma anche quelle della metà della fila di negozi che si trovano a fianco dell'Oratorio dei Rossi. E non va certo meglio in via Verdi: le serrande dell'ex drogheria Dioni, poi enoteca Cavalli, sono chiuse e senza vita da un paio d'anni. E vuote sono anche le vetrine delle tante banche un tempo presenti in una via che, da salotto buono, si è trasformata in emblema del degrado.
Persino via Mazzini è colpita dal fenomeno. la pedonalizzazione di via Romagnosi, che sarebbe dovuta servire a «rivitalizzare» l'area di Galleria Polidoro e Bassa dei Magnani si è rivelata un totale flop e sul borgo e nelle due gallerie interne praticamente non c'è quasi più nessun negozio aperto. Ma negli ultimi mesi hanno chiuso anche l'abbigliamento Boggi e il negozio di scarpe a fianco e dalla parte opposta ci sono alcune vetrine sfitte sotto i portici. Se poi si va in via Goldoni e borgo Basini, il panorama parla di metà negozi chiusi e qualche apertura di outlet che durano lo spazio di un mattino. In Piazza Ghiaia l'ultima a cedere è stata la storica Galleria 70, certificando un declino accelerato anche dall'infelice ristrutturazione
In via Bixio, da piazzale Corridoni a via Costituente i negozi «in vita» si contano sulle dita delle mani. E sta pian piano cedendo anche la storica «isola commerciale» a metà della via, mentre verso piazzale Barbieri il 50% dei negozi sono vuoti. Appena meglio la situazione di via D'Azeglio, ma solo grazie a kebab e locali pubblici, mentre nei borghi laterali, a parte i circoli, non c'è più traccia di commercio.
Un'annotazione finale: non è un caso che i maggiori problemi di sicurezza ci siano dove sono presenti meno negozi. E questo dovrebbe essere motivo di riflessione: per tutti.
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata