Costume
Ci cresce l'erba attorno, ci si ammucchiano polvere e ragnatele all'interno. Da regno della chiacchiera che erano, le cabine ora sono diventate disabitati gusci di silenzio, reperti dello scomparso mondo analogico che comunicava a scatti inseguito dai minuti. Tutto dietro l'angolo, eppure così lontano. «Telefonate brevi» allora si leggeva accanto agli apparecchi nei bar, dove per parlare con qualcuno all'altro capo del filo ci si sigillava in cupi sarcofagi verticali intrisi di strati geologici di fumo. La raccomandazione si faceva pretesa negli sguardi di chi al di là del vetro delle cabine un tempo gialle e in seguito rosse piazzate per strada attendeva il proprio turno per chiamare. Impugnata la cornetta-scettro, si poteva stare certi che anche il successivo conversatore a sua volta se la sarebbe presa sempre troppo comoda agli occhi di chi aspettava sbuffante sul marciapiedi con il gettone in mano.
Ora sono i telefoni pubblici ad avere vita breve, come annunciano gli adesivi affissi a cabine e cupole. «Questa postazione sarà dismessa dal...» annunciano le scritte cubitali, ed è sempre questione di giorni. Ne spariranno molte più di quante sono destinate a restare: a Parma alle 11 già rimosse se ne aggiungeranno presto 107, mentre a rimanere attive saranno 67, per la maggior parte negli esercizi pubblici, nelle scuole, negli ospedali, nei centri di accoglienza: così prevede la direttiva dell'Agcom che ha dato via libera alla Telecom per lo smantellamento della maggior parte degli apparecchi pubblici. Sembrava che per l'operazione (già avviata anni fa) si volesse prendere tempo fino al 2026. Ora pare che sia in atto un'accelerazione e si voglia tagliare le «cornette secche» entro fine 2023.
Facile immaginare il perché: ognuno ormai gira con la propria «cabina» in tasca, mentre per le comunicazioni internazionali si punta su Internet, sfruttando piattaforme quali Whatsapp o Skype, a loro volta a portata di mano. Gli immigrati, poi, preferiscono entrare nei call center per parlare con i Paesi d'origine. Manovre concentriche che hanno sempre più isolato i telefoni stradali che nelle nostre città avevano fatto la loro (fortunata) comparsa negli anni '50 del 900, con un trentennio di ritardo sulle rosse cabine d'Oltremanica, veri elementi d'arredo urbano.
Allora si andava a gettoni: e quanti discorsi sono rimasti in sospeso perché in tasca non se ne avevano altri... Più rispettoso dell'elenco telefonico che del codice penale, ci fu chi corse ai ripari a costo zero, inventandosi prima il gettone con il filo e poi quello «infinito», da inserire nell'apparecchio e ritirare a conversazione conclusa. A volte i cassetti sotto l'apparecchio erano pieni d'acqua: il ricavato per la Sip di lunghe interurbane alimentate da gettoni di ghiaccio. Sembra ieri l'avvento delle schede prepagate, entrate in commercio a metà degli anni '70 e a loro volta prese di mira dai truffatori. Ora interessano solo i collezionisti.
E sembra un secolo che nessuno chiama dall'impianto di viale Berenini, all'angolo con viale Solferino. Più che di telefonate, la cabina è diventata luogo d'affissione di annunci di feste e balli. Attaccato con lo scotch anche il disegno di un bambino. Il «Benvenuto in Puntotel» sul display si legge a fatica per la polvere ancora più spessa sulla parte superiore dell'apparecchio. Adesivi di «dismissioni» future non ce ne sono, ma viste le condizioni igieniche, la cornetta sembra piuttosto pesante da sollevare.
Che sia in rimozione dal 14 agosto la cabina di via Emilia Est dovrebbe preoccupare i ragni che vi hanno trovato dimora: parte delle loro tele, che pendono anche dal soffitto, è ancorata anche alla cornetta. Sarebbe curioso sapere quando è stata afferrata per l'ultima volta.
Avrà almeno tre giorni di vita in più la cabina in via Picasso, all'angolo con via Guttuso: sarà per questo che appare messa meglio? Destinato a restare attivo, invece, l'impianto di via Sidoli, nello slargo davanti a via Leoncavallo. Peccato che sull'apparecchio lampeggi un laconico «Telefono temporaneamente fuori servizio». Qualcuno se ne sarà accorto? La cabina all'angolo tra viale Mentana e via Saffi dovrebbe essere «dismessa» dal 6 agosto. Tuttavia, il display dà il benvenuto e la cornetta recita un promettente «tu-tu». Funziona ancora. Verrebbe voglia di inserire un gettone (pardon una moneta) e vedere che effetto fa chiamare il presente attraverso un guscio di tempo scaduto.
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