CATTEDRALE
«A fine febbraio è stato terminato lo smontaggio del muro di tamponamento che occultava il dipinto murale della “Madonna delle Grazie”, cui è seguita l’elaborazione di un secondo progetto di intervento, questa volta mirato puntualmente al risarcimento delle problematiche conservative riscontrate su tutto il manufatto finalmente visibile nella sua totalità, sottarco compreso. A fine maggio sono iniziati i lavori di restauro conservativo del dipinto in accordo con la Soprintendenza». Silvia Simeti di Archè Restauri, incaricata del recupero e del restauro della Madonna ritrovata, racconta l’avanzamento dei lavori che restituiranno alla città l'opera così a lungo celata.
«Parallelamente – continua – è partita la campagna di indagini diagnostiche microanalitiche a cura dellaprofessoressa Antonella Casoli e del professor Danilo Bersani con le loro equipe di ricercatori dell'Università di Parma, finalizzata allo studio dei materiali costitutivi e al riconoscimento delle di patine di alterazione».
Questi studi sono ancora in corso di perfezionamento perché con l’avanzare progressivo dell’intervento di restauro sono emersi ulteriori dettagli e peculiarità problematiche non visibili prima della pulitura, che hanno richiesto un supplemento di campionamento e analisi come.
«I lavori sono iniziati con una rimozione progressiva dei depositi sedimentati sulle superfici pittoriche nei secoli di occlusione del dipinto murale - spiega la restauratrice - in seguito all’elevazione del muro di tamponamento e degli innumerevoli schizzi di calce provenienti da quella costruzione. Le indagini scientifiche hanno confermato infatti la stesura “a secco” di gran parte del dipinto murale, cui si collega direttamente la fragilità della pellicola pittorica e la decoesione del colore, disgregato e polverulento».
La pulitura progressiva delle superfici pittoriche si sta dunque rivelando una operazione estremamente delicata proprio per la tecnica pittorica “a secco” utilizzata dal pittore ancora ignoto, e per questo «si è modulata e alternata con il fissaggio della pellicola pittorica esfoliata e il risarcimento della decoesione dei pigmenti».
«Considerata la delicatezza intrinseca della stesura pittorica - aggiunge la Simeti -, tanto più provata dalla sua singolare storia conservativa nonché dalla presenza di materiali spuri inadeguati e parzialmente irreversibili, presumibilmente correlati a tentativi di fissaggio e/o ravvivanti la pittura stessa in occasione di interventi antichi, precedenti l’elevazione del muro di tamponamento, ci si è attestati, in accordo con la Soprintendenza, su un livello di pulitura molto “sobrio”, che pur consentendo una chiara lettura del testo pittorico nelle su giustapposizioni tonali, mantiene una certa “patina” del tempo trascorso, non più rimovibile, se non a rischio dell’integrità della stesura pittorica stessa».
Questa è sicuramente la parte più delicata di questo intervento sul dipinto, proprio per il rischio di perderne parte.
«Al momento, si sta procedendo con il consolidamento dei distacchi presenti tra intonachino e intonaco e tra intonaco, arriccio e supporto murario tramite iniezioni manuali a siringa di calce idraulica naturale micronizzata - conclude l'esperta -. A breve lo spostamento del quadro elettrico da parte dei tecnici incaricati, e infine seguirà la fase di stuccatura delle lacune e la reintegrazione pittorica con colori ad acquerello delle svelature, abrasioni e lacune vere e proprie».
r.c.
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata