LA MAPPA: 60 a parma
Il bisogno è più che mai reale: aumenta progressivamente il numero degli anziani e contemporaneamente diminuiscono le dimensioni dei sostegni familiari quando a qualsiasi età la possibilità di una vita quotidiana autonoma viene a mancare.
Decisamente complesso il panorama delle strutture - 60 ad oggi - che offrono risposta a questi bisogni: difficile districarsi tra definizione giuridica, regolamenti, autorizzazioni. E poi il tema dei controlli. Non sono mancati nei mesi scorsi diversi accertamenti di irregolarità da parte dei Nas, sia per le condizioni strutturali delle case-famiglia controllate, sia per la presenza di ospiti con livelli di non autosufficienza superiori rispetto al consentito dalla normativa. È di una settimana fa il caso della chiusura di una comunità alloggio per anziani in via Varese per mancanza di autorizzazione al funzionamento. «Ma tutto questo dimostra che è un mondo controllato, che gli abusi si trovano, e questo sia grazie al lavoro dei Nas, sia ai controlli delle commissioni miste Comune-Ausl o alle verifiche fatte dopo le segnalazioni di familiari - vuole sottolineare l’assessore al Welfare Ettore Brianti -. Chi non ha le autorizzazioni chiude; nei casi in cui si trovino irregolarità che possono essere sanate, come il mal funzionamento di un impianto di climatizzazione, si dà la possibilità di rimediare entro un temine preciso. Ovviamente se i requisiti per svolgere l’attività ci sono».
Il panorama complicato delle definizioni, dunque. Che dipende dai livelli di autosufficienza degli ospiti e di conseguenza dalla complessità dell’assistenza sociosanitaria. Il grado massimo è rappresentato dalle Cra, i centri residenziali per anziani con accoglienza che va dai non autosufficienti gravi a chi è affetto da demenze cognitive. Sottoposti ad autorizzazione e normati da delibere regionali, sono previste un’assistenza infermieristica per 24 ore e la presenza di un medico di struttura. Nel Comune di Parma ci sono 14 «indirizzi» con 852 posti letto autorizzati. Di questi, 814 sono accreditati, con un rimborso da parte dell’ente che invia.
Un gradino sotto ci sono gli ospedali di comunità per chi ha bisogno di essere seguito temporaneamente nelle cure ma è in grado di evitare un vero ricovero: in città esiste una struttura, 20 i posti. Si passa poi alle Comunità alloggio, con un numero ridotto di posti letto per persone autosufficienti o parzialmente autosufficienti che però non riescono più a stare al domicilio. Ne esistono 2 in convenzione per 18 posti totali. Quelle private sono invece 17, con la necessità di autorizzazione al funzionamento da parte del Comune.
Nessuna autorizzazione prevista ma solo la presentazione di una Scia, dichiarazione di inizio attività, per le Case-famiglia, tipologia a cui sono stati parificati gli appartamenti gestiti dalla cooperativa Avitas. Possono ospitare un massimo di 6 persone e devono sottostare al regolamento comunale, che prevede una verifica in ingresso dell'Unità di valutazione geriatrica mista Comune-Ausl sul grado di non autosufficienza degli ospiti, che non può superare un certo livello e deve essere oggetto di comunicazione ogni 6 mesi. Ad oggi sono 24 quelle attive, nel 2021 sono stati fatti 11 sopralluoghi, 10 nel 2022 e 7 nei primi mesi del 2023. «E gli altri sono già calendarizzati», spiega Brianti, che aggiunge: «Stavamo già lavorando alle modifiche del regolamento comunale per rivedere l'accesso e l'apertura delle case-famiglia e migliorare assistenza e sicurezza: speriamo di portarle in consiglio comunale entro fine anno».
Per gli anziani che hanno una situazione di autonomia esistono infine gli alloggi con servizi: permettono di mantenere la propria indipendenza usufruendo dei servizi della struttura protetta a cui sono collegati. A Parma sono due, 41 i posti disponibili. Il futuro, però, ha un altra forma: «Il mosaico abitativo rappresentato dal co-housing - spiega l'assessore -: luoghi di vera inclusione sociale in cui anziani o disabili autosufficienti o parzialmente autosufficienti vivono accanto a studenti e a giovani coppie». Grazie ai fondi del Pnrr accadrà nel complesso di Villa Parma e al Romanini-Stuard, con diverse innovazioni. «Agli studenti, ad esempio, verrà offerto un affitto agevolato se faranno piccoli servizi a favore del vicinato».
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