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IL CASO

Centro profughi all'ex Columbus, Martorano non ci sta - Video

Centro profughi all'ex Columbus, Martorano non ci sta

di Gian Luca Zurlini

21 Agosto 2023, 03:01

Sorpresa e preoccupazione: sono questi gli stati d'animo prevalenti nei residenti di Martorano, frazione di Parma composta da un pugno di abitazioni senza un vero punto di riferimento e di ritrovo per la popolazione. Qualche decennio fa aveva vissuto momenti di notorietà per essere la sede della Tgm, la moto da cross parmigiana con cui l'iridato Michele Rinaldi aveva iniziato la sua brillante carriera nel mondo motoristico nazionale e mondiale.

E ora è arrivata all'improvviso la notizia di un cosiddetto «centro di transito» da 100 posti che sarà messo in piedi negli spazi dell'ex fabbrica Columbus, chiusa qualche anno fa e che in precedenza proprio in questo periodo dell'anno era in piena attività per la trasformazione dei pomodori raccolti nei campi della provincia.

«Preoccupati e sorpresi»

La prima reazione dei residenti è di sorpresa. Nessuno di loro aveva avuto neppure sentore che proprio Martorano potesse diventare sede di un centro di transito così grande. «Di certo - dice un abitante che più di vent'anni fa ha scelto di trasferirsi nella quiete della campagna - creare un centro profughi a Martorano non aiuta la loro integrazione e non ne capisco il senso. Metterli lontani dai servizi, lontani dalla vita sociale dà l'impressione che l’intenzione sia quella di creare quasi un centro di “reclusione”. Spero di sbagliarmi. Egoisticamente spero almeno sia la volta buona perché venga illuminata la strada che dalla via Emilia porta al paese. Troppo spesso di sera si trovano persone ospiti di altre strutture della zona che camminano a piedi a bordo strada o vanno in bicicletta senza fanale e prima o poi succederà qualcosa di grave».

Più drastica la posizione di un altro residente: «Siamo fuori dal mondo. Sono venuto a abitare qui per godermi in tranquillità la casa ed ero soddisfatto perché finalmente aveva chiuso la fabbrica che era fonte di rumori e disturbo e adesso rischiamo di ritrovarci con motivi di preoccupazione per la presenza di persone che non sappiamo da dove arriveranno e come si comporteranno. Sinceramente, anche che il Comune di Parma abbia avallato una scelta di questo genere mi amareggia molto, perché si è deciso di portarli il più lontano possibile dal centro urbano e non sono per niente contento di questa scelta».

Scelta non condivisa»

Più pacati i toni di un altro residente, che però non nasconde l'amarezza per essere stati messi di fronte al fatto compiuto: «Onestamente sarei stato più preoccupato della scelta di un campo Rom. Mi auguro però che la cosa sia gestita bene, nel rispetto della loro dignità e, perché no, anche della nostra sicurezza. Siamo in Emilia Romagna, spero che le cose siano fatte bene, come spesso è accaduto in passato». Un altro abitante: «Non sapevo nulla e per come la vedo, soprattutto per i numeri del campo, mi sembra abbastanza preoccupante. Mi auguro che la questione venga gestita con accuratezza, anche se l'impressione è che siamo stati un po' snobbati. Nella maggioranza dei casi sono però dei disperati che scappano da situazioni drammatiche, quindi quel che cercano è una nuova vita. Se questo non è un centro di prima accoglienza ma di smistamento, speriamo siano già stati selezionati persone tranquille e che non creino problemi».

«Colpa del governo»

Un'altra residente punta il dito sul governo: «Difficile dare giudizi richiesti troppo spesso sull’onda emotiva. Credo che il sindaco di Parma, come tanti altri sindaci , si trovi ad affrontare situazioni di emergenza con poca collaborazione governativa. Essendo aumentati a dismisura gli sbarchi occorrono reti di aiuti, perciò se ha optato per farli risiedere temporaneamente nella ex fabbrica Columbus, spero sia un luogo dignitoso per le tante persone tra cui minorenni disperati e personalmente non ho strumenti per eccepire la scelta». Infine, un abitante «storico» sottolinea che «almeno avrebbero potuto informarci della possibilità, visto che non siamo poi così tanti. Vedremo, ma non mi pare la migliore scelta possibile, dettata solo dall'emergenza e dalla fretta di trovare un posto dove collocarli».

Gian Luca Zurlini

© Riproduzione riservata

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