Intervista
Sarà «Luce» sabato sera al Festival del Prosciutto di Langhirano. La luce che si sprigiona da un'unione inedita, nella volontà di spingere l'asticella sempre un po' più su. E sale anche il tasso delle aspettative...
Fiorella Mannoia e Danilo Rea, il tour «Luce» ha debuttato più di due mesi fa. Come cambia, sera dopo sera?
«Le emozioni crescono di sera in sera. Ci esibiamo soprattutto per questo, per viverle. Sapevamo che ogni tappa del tour ci avrebbe regalato un’esperienza unica, merito del pubblico e dei luoghi meravigliosi che l’Italia ci offre. E poi c’è la nostra arma segreta, l’improvvisazione: teniamo sempre l’orecchio verso l’altro e in costante connessione riusciamo a prendere direzioni sempre diverse, senza sapere dove si andrà».
Vi inseguivate da trent'anni, avete detto. Il vostro incontro non è "solo" l'incontro di due artisti, ma di due generi, pop e jazz. Dove si trova l'equilibrio?
«C’è sempre un po’ di titubanza e paura quando si parla di contaminazione o unione di più generi, ma il potere della musica è proprio il non avere barriere: dall’incontro con gli altri, nascono nuove idee, nuove melodie, proponendo un’interpretazione sempre più comunicativa, carica di emozioni e spesso anche terapeutica. Con questo nostro progetto, vogliamo dimostrare che pop e jazz non sono realtà così distanti, basti pensare che i primi jazzisti hanno iniziato prendendo brani e reinterpretandoli a modo loro».
Qual è la scaletta? Quali brani cambiano maggiormente, trovando veste nuova da questa contaminazione?
«Sarà una sorpresa. La scelta della scaletta non è stata poi così difficile perché, nonostante le innumerevoli canzoni a nostra disposizione, abbiamo inserito quelle che hanno segnato la nostra vita e quelle che non possono essere dimenticate, sperando di poterle trasmettere alle nuove generazioni. Non possono mancare brani come “La donna cannone” di De Gregori, “C’è tempo “di Fossati, “Felicità” di Dalla, “E penso a te” di Battisti, arrivando fino ai ritmi latini di “Besame mucho” e “Quizas”».
Qual è la vostra canzone preferita?
«Appartenendo alla stessa generazione, abbiamo molte canzoni che hanno accompagnato momenti indimenticabili della nostra vita. Quella che più ci accomuna perché ha lasciato un segno speciale nella nostra avventura musicale è “Margherita”».
E poi Fiorella: «È la canzone che ha segnato la mia vittoria a Premiatissima, permettendomi di capire che la mia strada artistica e la direzione da prendere».
Danilo: «Appena uscito dal Conservatorio, ho avuto la fortuna di prendere parte alla tournée con Cocciante, Rino Gaetano e il New Perigeo di Giovanni Tommaso, ed è lì che ho suonato “Margherita” davanti a tantissimi spettatori e sento ancora oggi, quando la suono, l’emozione di quel momento».
Siete stati entrambi già altre volte a Parma e dintorni. Un ricordo, un'esperienza particolare?
Fiorella: «Noi cantanti purtroppo non abbiamo la fortuna di vivere pienamente le città in cui andiamo a esibirci, conosciamo benissimo solo i teatri! Di Parma ho il bellissimo ricordo del buon cibo, prerogativa di tutti noi italiani, e del Regio, che mi ha accolta tante e tante volte durante i miei concerti in tutta la sua bellezza insieme all’indimenticabile affetto del pubblico».
Danilo: «Il primo ricordo che mi viene in mente se penso a Parma è l’esperienza che ho fatto con l’Orchestra Toscanini quando feci dei concerti insieme a Marcello Sirignano: loro furono fantastici. Fu un’esperienza condivisa con Ellade Bandini alla batteria e Franco Testa al contrabbasso. Un trio jazz, con me al pianoforte, per un ciclo di quattro, cinque concerti: fu molto emozionante, un’avventura fantastica».
Infine di Fiorella ci piace ricordare l'impegno per le donne, anche con «Una, Nessuna, Centomila», per contribuire a costruire una cultura «positiva».
«Dopo il famoso concerto di Campovolo di “Una Nessuna Centomila”, dove abbiamo raccolto più di un milione di euro che abbiamo distribuito tra sette centri antiviolenza, abbiamo deciso con Giulia Minoli, Lella Palladino e Celeste Costantino, di creare una fondazione con lo stesso nome. Il 26 settembre torneremo di nuovo insieme ad altri cantanti all’Arena di Verona, già sold out, per raccogliere ulteriori fondi ma soprattutto per sensibilizzare tutti su questo tema. C’è tanto lavoro da fare, come mostra l'orrore delle cronache di questi giorni; è arrivato il momento di azioni concrete da parte di questo governo e di quelli che verranno. Abbiamo delle proposte di legge che non riguardano solo la certezza della pena, che è la prima cosa che chiediamo, ma anche la necessità di intervenire sulla cultura, sulla formazione e sulle scuole, cominciando a sensibilizzare sin da subito, già dalle scuole elementari, al rispetto dell’essere umano e delle donne. I bambini sono molto più sensibili e ricettivi degli adulti, e con l’appoggio della famiglia e il lavoro delle scuole che può fare molto. È un percorso che dobbiamo fare tutti insieme».
Mara Pedrabissi
© Riproduzione riservata
Chirurgia mini-invasiva
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata