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Basilicanova

Il deltaplano caduto era stato immatricolato in primavera: aveva solo sei mesi di vita

Il deltaplano caduto era stato immatricolato in primavera: aveva solo sei mesi di vita

13 Settembre 2023, 03:01

Le fiamme hanno risparmiato solo le parti metalliche dell'ultraleggero, tutto il resto lo hanno divorato, alimentate dalla benzina dei serbatoi che nello schianto si è sparsa ovunque sul relitto. Rimane ben poco su cui indagare: oltre agli scarni resti del telaio del deltaplano a motore, a disposizione degli inquirenti ci sono le salme del pilota e del passeggero pietosamente composte in Medicina legale poco dopo la mezzanotte tra domenica e lunedì.

Di certo saranno disposte le autopsie sia sui poveri resti di Walter Righelli, il 64enne proprietario e pilota dell'ultraleggero, che su quelli di Fabio Lentoni, il 46enne in volo con lui, in cerca di elementi utili all'inchiesta affidata al sostituto procuratore Emanuela Podda. Si tratta, sempre che sia tecnicamente possibile farlo, innanzitutto di stabilire se Righelli sia stato colto da un malore improvviso: questa infatti è una delle ipotesi, forse la più plausibile, per spiegare la sciagura. Inoltre, si cercherà di verificare se nei polmoni delle due vittime ci siano tracce di fumo: servirà ad appurare se Righelli e Lentoni respirassero ancora dopo lo schianto, dopo che l'ultraleggero si era schiantato al suolo.

Ma ancora una data certa per le autopsie, veri e propri passaggi d'obbligo in tragedie di questo tipo, non c'è. Di conseguenza ancora non si sa quando le salme saranno restituite alle famiglie perché possano essere finalmente celebrate le esequie.

In queste ore, i carabinieri della Compagnia di Fidenza dovrebbero consegnare in Procura una prima informativa sull'incidente. I militari hanno raccolto le testimonianze (compreso forse un filmato) di chi era sul campo tra la strada e il greto della Parma dal quale l'ultraleggero è decollato, schiantandosi nemmeno dieci secondi dopo aver staccato le ruote dal suolo.

Alcuni presenti hanno riferito di un paio di virate incomprensibili al termine delle quali il deltaplano è precipitato, schiantandosi di muso (e ribaltandosi subito dopo) da una decina di metri di quota, a una velocità di circa cento chilometri all'ora. Un attimo dopo, le fiamme: così violente che nulla ha potuto fare Luca Righelli, il figlio di Walter, accorso con un estintore portatile dopo aver assistito in diretta allo schianto al suolo del padre e dell'amico.

Un'altra possibile causa riguarda un eventuale cedimento strutturale dell'ultraleggero. Non si può escluderlo a priori, anche se l'apparecchio aveva solo sei mesi di vita e al massimo una quarantina di ore di volo. Poche, mentre il suo proprietario e pilota ne aveva accumulate parecchie nei dieci anni in cui si era associato all'Aviodelta di Felino: da tutti Righelli era considerato un deltaplanista esperto e prudente. Si era regolarmente sottoposto alle visite mediche biennali previste per chi pratichi uno sport come il suo. E l'ultraleggero, come dispone la legge, era assicurato: per il pilota e il passeggero.

rob.lon.

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