PARMIGIANO TRUFFATO
Antille, Bermuda, Cuba. Facile scendere a patti con l'incertezza, quando la prospettiva è comunque di planare in riva a un mare cristallino, con una palma personale per ombrellone. La destinazione sarebbe stata stabilita solo all'ultimo, fermo restando l'aspetto chiave: la vacanza era gratis. O quasi. Da pagare c'erano solo 350 euro di integrazione. Quisquilie, per una settimana ai tropici in hotel di lusso. Lo stimato professionista parmigiano accettò di buon grado la proposta della nuova amica, stuzzicato anche dall'idea che si potesse trattare di una specie di viaggio di nozze senza l'inghippo delle nozze. Da buon cavaliere, lui si offrì di pagare i 350 euro mancanti. Sarebbero stati solo l'acconto di una disavventura che l'avrebbe (tristemente) portato di là dall'oceano, per poi farlo comparire in aula come parte offesa in un processo per truffa.
All'allora quarantenne single sarebbe bastato googlerare il nome di Maja Tomic (o Vicentini), per scopri-
re che la sua compagna di viaggio nata nel 1986 - croata d'origine e bolzanina di residenza - che si spacciava per assistente odontoiatrica, era abile a pianificare inganni.
Tra le sue vittime, per citare un caso, figurano anche 40 aspiranti vacanzieri. Erano pronti a volare in Polinesia a prezzi stracciati, ma a prendere il volo, in blocco, furono solo le loro caparre. A carico della donna inoltre figurano condanne definitive nel marzo e nel luglio del 2023.
La vicenda parmigiana risale invece al 2017, quando i due si conobbero in un locale a Parma. La solita trafila: scambio di numeri, messaggi sempre più fitti e coinvolgenti, con un paio di incontri dal vivo («Sempre solo da amici» ha assicurato la vittima della frode, forse con un pizzico di rammarico al pensiero dell'avvenente bionda con la quale aveva progettato la partenza). Fino alla proposta di lei. Superati i dubbi iniziali, la meta si fece chiara un paio di giorni prima della partenza: Barbados. Niente male.
Il mattino della partenza, il parmigiano entrò nel terminal di Malpensa come nell'anticamera di un sogno. E continuò a sognare anche dopo che s'accorse dell'assenza di lei. «Un imprevisto dell'ultima ora, ma sono riuscita a prenotare il volo di domani» lo rassicurò Maja contattata al telefono. Non sarebbe stato necessario aspettare 24 ore, per capire che lei non si sarebbe mai più fatta vedere. Giunto alla reception dell'hotel «prenotato», il professionista scoprì di non avere nessuna stanza riservata a suo nome: né doppia (come avrebbe sperato) né singola.
Quello che un tempo si chiamava last minute e dava diritto a forti sconti ora è definito ritardo: da pagare a prezzi lievitati. L'architetto dovette estrarre la carta di credito per la camera. L'avventura prese un sapore salato e amaro al tempo stesso.
Intanto, dall'agenzia viaggi di Trento che aveva organizzato la vacanza, l'uomo si sentì dire che il suo biglietto di ritorno era carta straccia. A quel punto fu chiaro che i truffati erano due: lui per quei 350 euro (iniziali) e l'agenzia per i biglietti. Il professionista si accordò con i compagni di sventura per fare a metà del danno relativo ai voli, mentre ovviamente dovette accollarsi la spesa del soggiorno a Barbados. Pare abbia impiegato un po' di giorni per cominciare ad apprezzare la bellezza dell'isola. Poi, appena rientrato, andò a sporgere denuncia. Lo stesso aveva già fatto l'agenzia caduta in un inganno semplicissimo: la donna, infatti, aveva acquistato i biglietti con bonifici da un euro o da due, inviando copia della distinta e fingendo di essersi sbagliata. Specializzata nell'arte di arrampicarsi sugli specchi, quando fu messa alle strette dall'agenzia, rispose inviando via mail la foto della faccia insanguinata di un bambino. «Ho appena recuperato mio figlio in queste condizioni all'asilo - scrisse -. Oggi non riesco a sbrigare la pratica». E così aveva guadagnato il giorno necessario alla riuscita del piano.
Non di giorni, ma di mesi si è discusso in tribunale a Parma, per la chiusura del processo di primo grado. Considerata la recidiva, il giudice Paola Artusi ha condannato la donna a 9 mesi di reclusione e 90 euro di multa, accogliendo le richieste del pm Antonella De Stefano.
Roberto Longoni
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