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LA TRAGEDIA di Bardi

I parenti: «Lei da un po' faceva fatica a camminare, ma nessuno poteva immaginare una tragedia così"

I parenti: «Lei da un po' faceva fatica a camminare, ma nessuno poteva immaginare una tragedia così"

di Laura Caffagnini

05 Ottobre 2023, 03:01

Bardi La sorella minore Rita l’aveva vista appena quindici giorni fa. Era venuta dalla Svizzera, ed era ospite di Nora e Bernard nella casa di famiglia. Eleonora Moruzzi l’aveva ritirata e insieme al marito l’aveva fatta ristrutturare alcuni anni fa al ritorno dalla Gran Bretagna. Era diventata la loro casa dopo la pensione, vicina alla scuola che Nora aveva frequentato negli anni delle elementari.

«Ci sono rimasta molto male. Alla Nora ero legata, “guai” per lei – racconta tristemente Giovanna Sidoli, che risiede ai Berlini, frazione a un chilometro da Cansaldi -. Siamo state a scuola insieme, le nostre nonne materne erano cugine, ma ci volevamo bene come prime cugine. Quando aveva 11 anni Nora è partita per Londra con una sua zia. Ha lavorato in un ristorante. Là ha incontrato Bernard e si sono sposati. Lui era nato in Francia ma la sua famiglia veniva dalla Val Taro». «Erano una moglie e un marito molto affiatati tra loro – continua Giovanna -. Non credo avessero problemi di relazione. Solo erano molto in difficoltà per la salute. Nora faticava a camminare, e anche suo marito aveva problemi. La Rita pensava che non potevano continuare a fare tutto da soli e aveva loro suggerito di farsi aiutare da una signora. Prima che partisse le ho chiesto se poteva fare piacere una visita e lei mi ha risposto di sì. Avevo intenzione di andare da loro, non lo avevo ancora fatto perché anch’io sono un po’ malferma sulle gambe».

Oltre a Rita, Nora aveva un fratello, Alfredo, anch’egli emigrato e sposato in Gran Bretagna, scomparso in giovane età. Era stato il loro padre, Angelo, muratore, ad aprire la via dell’emigrazione, in Svizzera, mentre la madre Emilia era rimasta ad crescere i figli a Cansaldi dove gestiva una “dogana”, il nome con cui venivano chiamate le antiche tabaccherie, nella casa che era stata di suo padre. In un secondo tempo Emilia, con le figlie Rita e Mariella, aveva raggiunto il marito, muratore, che al ritorno in Italia era diventato impresario e aveva fatto un ampliamento della casa.

L’ultima ristrutturazione, quella più importante, è stata eseguita da un cugino di Nora, Giuseppe Tedaldi, come racconta frastornata la moglie Felicia Pesenti: «Era venuta fuori una bellissima casa e finalmente alcuni anni fa sono andati ad abitarla. Prima, quando era aperto il cantiere, erano ospiti della sorella di Nora, Mariella, che è morta lo scorso giugno. Nora e Bernard erano carinissimi tutti e due. Che grande tragedia. Non si sa come sia potuto succedere». Lucia Bertorelli, è la moglie del primo cugino di Nora, Francesco Bisi. «Mio marito era andato a trovarli una settimana fa ed era molto preoccupato perché li aveva visti in cattive condizioni. Li aveva consigliati di andare per qualche tempo a Villa Igea per fare fisioterapia. Martedì alle cinque del pomeriggio ero andata da loro per cercare di convincerli a fare delle cure, mi sarei interessata con il medico e volevo offrire loro un aiuto per preparare la valigia per partire, ma ho trovato tutto chiuso. Ho pensato che Bernard fosse andato a fare la spesa e non volevo fare alzare Nora che aveva difficoltà a stare in piedi. L’ho detto alla Silvana Sbuttoni, che è un’altra cugina di primo grado, la sua mamma e la mamma della Nora erano sorelle. Lei è molto vicina a loro anche perché ha vissuto in Inghilterra con loro: erano come una sola famiglia». E' stata Silvana a trovare Nora morta sul divano e Bernard agonizzante.

Lucia ricorda i momenti insieme: «Erano affabili, di compagnia, ed era un piacere andare a trovarli ed era bellissimo vedere quanto si volevano bene. Si amavano profondamente e forse si sono ritenuti incapaci di andare avanti in queste condizioni. Lei faceva fatica a fare le scale e per muoversi usava un deambulatore. Le avevano proposto di farsi aiutare da una badante ma non voleva. Sono scioccata per il fatto che non pensavo potesse succedere una cosa simile e per il fatto che non ci siamo accorti che c’era qualcosa nell’aria». Nunzia Cavalli, parrucchiera in via Pietro Cella, andava periodicamente a Cansaldi dalla signora Moruzzi. «Andavo ogni due mesi da Nora a farle i capelli. Dovevamo vederci questa settimana. Erano tanto carini insieme, una coppia da invidiare».

Laura Caffagnini

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