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Arnaldo Minuti, una carriera da diplomatico

«L'orgoglio di sentire elogiare Parma in tutto il mondo»

«L'orgoglio di sentire elogiare Parma in tutto il mondo»

di Nicola Corradi

20 Ottobre 2023, 03:01

Nicola Corradi

È partito dall’Oltretorrente e da lì in poi la strada è stata lunga. Arnaldo Minuti, classe 1971, nato nella zona dell’Ospedale Maggiore di Parma, da un anno è Console Generale a Boston, una delle città più note degli Stati Uniti.

Un viaggio, quello iniziato con la carriera diplomatica, che in 24 anni lo ha portato in Etiopia, Canada, Messico e Francia, per poi farlo atterrare negli Usa. Fasi di vita diverse tenute insieme da un punto fermo a cui è sempre rimasto fedele: Parma. «Sono nato e cresciuto in città - racconta il Console Generale - Da piccolo frequentavo la parrocchia di Sant’Evasio, dove tra le tante cose ho anche imparato a giocare a calcio, lo sport al quale sono sempre stato legato. Poi ho frequentato il liceo classico Romagnosi: sono stati anni bellissimi, in cui abbiamo studiato tanto, ma abbiamo anche avuto modo di divertirci. Quando è stato il momento di iscrivermi all’Università ho deciso di rimanere a Parma, alla facoltà di giurisprudenza, in centro». Era la Parma degli anni ’90, «una città in cui si viveva molto bene, piena di giovani e a misura d’uomo». Minuti ricorda ancora la bicicletta con cui arrivava alle lezioni attraversando piazzale Santa Croce e la semplicità con cui riusciva a organizzare le giornate.

Una condizione di benessere e felicità che gli ha permesso di sognare in grande, oltre il confine delle Alpi. È proprio in quel periodo, infatti, che in lui nasce l’ambizione della carriera internazionale.

«Durante gli studi ho avuto l’opportunità di fare l’Erasmus a Cardiff, in Galles». Un viaggio che non solo gli fa aprire gli occhi, ma gli permette di conoscere la ragazza che poco tempo dopo sarebbe diventata sua moglie e che ancora oggi segue i suoi passi. «Lei è di Reggio - dice con il sorriso - quindi tra di noi c’è un’innata rivalità. Cosa ci unisce? Tante cose tra cui, ovviamente, il Parmigiano Reggiano». Minuti si laurea in legge nel 1996 e da quel momento in poi, per necessità lavorative, è costretto ad allontanarsi dalla città. Il primo incarico lo ottiene in Etiopia, poi si sposta in Canada e dopo quattro anni torna a Roma, al Ministero degli Esteri. Nel 2011 si trasferisce in Messico, dove si occupa di relazioni politiche con l’Italia e infine, con due bambini al seguito, approda nel 2015 alla sede centrale dell’Unesco a Parigi.

È proprio negli anni passati in Francia che Minuti ha la possibilità di riavvicinarsi a Parma. «Durante l’esperienza all’Unesco - racconta - Parma venne nominata Città Creativa per la Gastronomia. Per me è stata una grande soddisfazione, oltre che un piacere, vedere come la città avesse investito molto in questa sua caratteristica, che nell’immaginario collettivo e all’estero – oltre ad altre ben note eccellenze culturali come la lirica - ha così tanta influenza. Parma è un’espressione tangibile di quello che nelle relazioni internazionali viene definito soft power, cioè l’abilità di una nazione di persuadere o convincere tramite risorse intangibili come la cultura, i valori o la propria storia. Per me è un grande privilegio poter dire di essere nato e cresciuto a Parma, nota e apprezzata nel mondo. Negli Stati Uniti il nostro Paese è amato non solo dagli italoamericani, ma anche dagli americani che non vedono l’ora di visitare l’Italia e conoscono bene le caratteristiche della nostra città».

Ora Minuti rappresenta l’Italia da Boston, dove è arrivato un anno fa e dove rimarrà fino al 2026. «È una città in cui si vede chiaramente l’impronta anglosassone ed europea: è definita il centro culturale ed educativo degli Stati Uniti ed effettivamente è così. Qui c’è uno dei poli universitari più prestigiosi del mondo, basti pensare ad Harvard e al Massachusetts Institute of Technology in cui confluiscono menti e ricercatori incredibili. In questo contesto c’è un’importante e significativa presenza italiana, composta da figure e professionalità di altissimo livello. È veramente un luogo dove, fuori dai confini nazionali, tocchi con mano l’eccellenza italiana attraverso la quale, in stretto coordinamento con l’Ambasciata a Washington e la nostra rete consolare negli Usa, rafforziamo i rapporti con il nostro Paese e ne sviluppiamo di nuovi».

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