VIA DEI MERCATI
«Per chi abita fuori, avere un letto, del cibo, farsi una doccia, è già tanto, ma il sentirsi a casa è un’altra cosa»: non occorre iscriversi a un corso di emozioni quando varchi il Drop-In in via dei Mercati e incontri persone come Enrico. Perché è il centro diurno di accoglienza e orientamento a bassa soglia dell’Ausl di Parma rivolto a tutte le persone che usano sostanze e/o vivono la strada, nel senso che l’asfalto o il binario 8 della nostra Stazione sono spesso la loro casa. Ed è sufficiente dialogare con una di esse per comprenderne le difficoltà e creare in pochi istanti un rapporto speciale. Non è una coincidenza che l’Unità di strada Ausl abbia sede proprio lì.
Assume quindi particolare valore un nuovo progetto che ha visto la luce in questi giorni grazie proprio al Drop-In e alla cooperativa Emc2. S’intitola «I segreti delle case», che per chi vede il mondo da un oblò, magari con un po’ di superficialità, potrebbe sembrare qualcosa di voyeuristico o di misterioso. Si tratta invece di un’idea che ha coinvolto i cinque sensi – anzi, anche il sesto – di chi lo ha pensato, realizzato e coordinato, riuscendo a trasmettere i propri sentimenti alle donne e agli uomini che ogni giorno bussano alla porta del Drop.
Silvia Scotti, operatrice teatrale ed educatrice, in stretta collaborazione con le operatrici e gli operatori del centro diurno, ha incontrato i tanti che ogni giorno si fermano per chiedere aiuto, qualsiasi tipo di aiuto, persone che vivono l’Unità di strada come una vera e propria ancora di salvezza. Lunghe chiacchierate, interviste a tu per tu, momenti di difficoltà alternati a risate. E ognuna ha condiviso con Silvia un piccolo pezzo della propria storia.
«I primi appuntamenti di laboratorio si sono sviluppati intorno a un tavolo allestito con fotografie e oggetti collegati a rituali quotidiani», spiega Silvia. Simboli familiari utili a stimolare la memoria dei partecipanti. «In un secondo tempo è stata posizionata al Drop-In una casetta in legno, costruita da Donatello Galloni e decorata da Maddalena Artusi», con l’aggiunta di un paio di ruote, tipo trolley, quindi nomade e senza fondamenta. Meglio: senza radici. E completamente vuota.
A quest’operazione è stata accompagnata una domanda, che per i ragazzi del Drop ha suonato come un ritorno all’infanzia o comunque a una ritrovata giovinezza: «Che cosa ti fa sentire a casa?». Le loro risposte, cioè le immagini formatesi nella memoria, si sono trasformate in disegni realizzati da Francesca Pellegrini su cubetti di legno posizionati sui piani della casetta, arredandola. Così chi apre una finestra viene accolto da musica, profumi, oggetti che raccontano di un tempo eterno e che può essere riattraversato. Tra i ricordi in chi usa sostanze ci sono il volto di una madre o di un padre, il profumo del ragù, la foto di un figlio, un pallone, l’affetto degli amici, la musica, un cane, il mare, una stufa a legna e tante altre emozioni che si possono condividere passando dal Drop-In in via dei Mercati: la porta è sempre aperta, a tutti.
Cesare Pastarini
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