CIRCONVENZIONE
Una parente, certo. Eppure, non era mai stata così presente nella vita della zia. Ma verso la fine del 2020 aveva cominciato a farsi vedere sempre più spesso in quella casa. E ben presto era diventata un punto di riferimento prezioso per Angela (la chiameremo così) e per il marito. Tutti e due anziani e ancora più fragili da quando la malattia aveva cominciato a sfibrare il corpo di Angela: un tumore scoperto verso la fine del 2019, quando ormai era troppo tardi per qualunque tipo di intervento o terapia. Ma lei, la nipote «ritrovata», si mostrava gentile e premurosa con la zia, pronta anche a starle accanto durante la notte. Un aiuto e un sollievo anche per il marito, prostrato da mesi di angoscia e sofferenza. In poco tempo, però, l'atteggiamento sarebbe cambiato: sempre più padrona in quella casa, tanto da arrivare a gestire un po' tutto. Aveva deciso anche di affidarsi a una giovane badante, che l'aiutasse ad assistere la zia, senza farne cenno al marito. Che poi aveva scoperto tanto altro: due polizze vita, del valore complessivo di 100mila euro, stipulate dalla moglie con beneficiaria al 50% la nipote, vari prelievi bancari e - soprattutto - un testamento in cui Angela, scomparsa nell'agosto del 2021 a 79 anni, aveva scritto di voler lasciare alla nipote «la maggior parte possibile» dei propri averi, ossia la casa e diversi gioielli. E così che il marito, assistito dall'avvocato Monica Alpini, ha presentato una querela nei confronti della nipote. E l'altro giorno la donna - 60enne, residente in provincia - è stata rinviata a giudizio per circonvenzione di incapace, come richiesto dal pm Andrea Bianchi.
Sempre più debole e sofferente, Angela. Così aggressivo quel male che già nel febbraio del 2020 aveva dovuto cominciare ad assumere pesanti antidolorifici e antidepressivi per placare le sofferenze. E tutto ciò avrebbe causato ad Angela «profonde crisi di natura ansioso depressiva e allucinazioni visive e uditive. Questi fenomeni divenivano sempre più frequenti man mano che le dosi dei farmaci palliativi venivano aumentate», sottolinea il marito nella querela.
Lui che progressivamente sarebbe stato messo sempre più ai margini, come se i 60 anni di amore che aveva condiviso con Angela si fossero improvvisamente dissolti. E anche lei, quando la nipote era presente, avrebbe cambiato umore mostrandosi spesso scontrosa e diffidente nei suoi confronti.
Nel luglio del 2021 il marito aveva deciso di rivolgersi a un avvocato, che poi aveva presentato un ricorso urgente al tribunale per la nomina di un amministratore di sostegno. E proprio in quei giorni, passando davanti alla porta della camera della moglie, l'uomo aveva sentito parlare di un appuntamento con un notaio. Era scattato l'allarme, anche perché il marito sapeva che già nel 1994 la moglie aveva depositato un testamento nello studio di un notaio di Parma.
I rapporti con la nipote si fanno così sempre più tesi, ma anche le condizioni di Angela precipitano: dopo un ricovero d'urgenza il 3 agosto, il 20 muore. E con la sua scomparsa spunta anche un nuovo testamento, di cui la nipote chiede la pubblicazione, nonostante ne avesse negato l'esistenza pochi giorni prima, almeno secondo quanto scritto nella querela. Un testamento, che poi il marito ha impugnato, in cui tutta la quota disponibile del patrimonio di Angela, casa compresa (che a lei era intestata, nonostante sarebbe stata acquistata con i soldi del marito), viene lasciata alla nipote. La data dell'atto? L'11 luglio 2021. Quando corpo e mente di Angela sarebbero già stati assediati dalla malattia.
Georgia Azzali
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