Compleanno speciale
«Un giorno sono entrata nella stanza di una bambina e le ho chiesto di poter parlare qualche minuto coi suoi genitori. Mi ha risposto: “Va bene, prendili pure ma mandami un Giocamico”». Bastano gli aneddoti come quello raccontato da Patrizia Bertolini, direttrice dell'Oncoematologia pediatrica, a dare il senso. Di un'esperienza pressoché unica in Italia, che da 25 anni sfrutta tutte le potenzialità del verbo «giocare» per accompagnare bambini e ragazzi nell'esperienza complessissima di essere pazienti di un ospedale. E per non farli vivere una quotidianità che sia solo legata alla malattia.
L'incipit lo si ripercorre in questa edizione speciale della «Festa della riconoscenza», ospiti d'onore nella sala congressi del Maggiore volontarie e volontari, oggi 200. Portare il gioco in reparto era il pallino di Giancarlo Izzi, ex primario dell'Oncoematologia pediatrica. Collega di utopia, lo psicomotricista Corrado Vecchi, dal 1998 presidente dell'associazione. «Avevamo tutti sottilmente contro- ricorda Izzi -: dai professionisti che pensavano che avrebbe intralciato l'organizzazione ospedaliera, ai genitori spaventati dall’idea che i figli potessero affaticarsi». Li hanno smentiti. E oltre alle attività nelle stanze e nella sala attrezzata ad hoc, sono nati i progetti speciali, tutto al motto di «Il gioco è una cosa seria». «Oggi, anche grazie a un'equipe professionale di 11 persone, prepariamo chi deve affrontare la risonanza magnetica o l'intervento chirurgico, esami o terapie particolari». Guide in un viaggio in cui l'abbraccio tra realtà e immaginazione sa domare le paure. «Nessuno entra mai piangendo - testimonia Emilio Casolari, direttore della Chirurgia infantile -. Lavoro qui da 38 anni e mi chiedo come ho fatto senza di voi in quei primi tredici». «Il gioco lo possono prescrivere tutti, e tutti lo possono somministrare», sottolineano Icilio Dodi e Enzo Romanini, direttore l'uno della Pediatria generale e l'altro della Terapia intensiva infantile. «Ecco- dicono -, tra i progetti forse quello della squadra di calcio di noi grandi non è stato proprio azzeccato...». Ma questa è un'altra storia. Comunque di sorriso.
Chiara Cacciani
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata