LANGHIRANO
Langhirano Dafne, una cagnolona di 6 anni, incrocio tra un pastore belga e un pastore tedesco, ha perso completamente una zampa, letteralmente distrutta da un proiettile per cinghiali.
Ieri mattina è tornata a casa. Il suo padrone, Roberto Bacchieri Cortesi, è andato a prenderla dal veterinario. Il suo recupero forse sarà lungo, ma le risorse degli animali sono infinite e sorprendenti e potrebbe già adattarsi alla nuova situazione.
Quella che resta però è la paura per un episodio che «non doveva accadere» e che Bacchieri Cortesi ripercorre, rivivendo ogni volta che chiude gli occhi quei drammatici istanti.
Siamo ad Antesica, frazione di Langhirano. «Mercoledì mattina sono andato all’Avis a donare, quindi appena tornato a casa ho pensato di andare a fare un giro con il cane, diretto verso un campo, a circa un chilometro dalla casa, che ho in comodato d’uso per vedere se c’erano dei lavori da fare – racconta -. Campo che si trova in una specie di conca tra due collinette. Il cane si è messo a girare come fa di solito, era circa 200 metri avanti a me, verso un fosso e una siepe, dove probabilmente si è infilata per curiosare».
Intorno alle 13 il ferimento. «Ad un certo punto ho sentito uno sparo seguito da un guaito. E poi il cane venirmi incontro con la zampa posteriore completamente maciullata. Ero spaventatissimo. Ero in linea, avrei potuto essere colpito io. Poi ho visto un cacciatore e gli ho urlato contro. A sentire le urla un altro è sbucato dalla collinetta. Mi hanno detto di non essere stati loro a sparare – prosegue -. Ho lasciato il cane e sono corso a prendere la macchina per portarla dal veterinario. Ha subito un’operazione di tre ore: se il proiettile fosse finito 5 centimetri più su l’avrei persa. I cacciatori mi hanno lasciato il numero per avere aggiornamenti sulle sue condizioni. Anche il caposquadra mi ha contattato, si è scusato e mi ha assicurato che non è stato uno di loro».
Bacchieri Cortesi ha sporto denuncia contro ignoti ai carabinieri di Langhirano e proprio ieri mattina i forestali lo hanno contattato. Insieme hanno effettuato un sopralluogo nel campo, dove ha ricostruito quello che è accaduto e ha risposto alle domande dei militari. L’uomo è ancora scosso per l’episodio. «Per me e la mia compagna i nostri animali sono come figli. Abbiamo sempre avuto cani adottati o salvati dai maltrattamenti – dice commosso -. Dafne è con noi da quando aveva 2 mesi. Ogni volta che chiudo gli occhi me la rivedo davanti, mentre arriva con la gamba in quelle condizioni. Non voglio che ricapiti un episodio del genere. È una situazione brutta, non sei libero di fare una passeggiata, devi avere paura di fare un giro nel tuo campo».
Non nasconde la rabbia e la paura, ma il pensiero torna subito a Dafne. «Non si è nemmeno lamentata. Ho sentito solo il guaito, poi poverina non ha più emesso un verso. Sono cani eccezionali e spero che abbia un buon recupero nonostante la menomazione. Però il dispiacere è enorme. Stavamo facendo il percorso a Langhirano con le Sos perché diventasse un’unità cinofila – conclude -. Avrebbe potuto salvare delle vite».
Maria Chiara Pezzani
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