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INTERVISTA

Pertusi: «Inauguro la stagione della Scala»

Pertusi: «Inauguro la stagione della Scala»

di Ilaria Notari

15 Novembre 2023, 03:01

Alla soglia dei quarant’anni di carriera, e dopo decine di produzioni scaligere, il basso Michele Pertusi inaugurerà il prossimo 7 dicembre, la Stagione del Teatro alla Scala di Milano con il «Don Carlo» di Verdi. A darne notizia è lo stesso teatro che, con uno nota stringata, informa del cambio cast: fuori il tedesco René Pape dentro Pertusi e in pochi istanti la notizia fa il giro del mondo.

Pertusi, lei sta cantando con grande successo il ruolo di Filippo II proprio in questi giorni, tra Modena, Piacenza e Reggio, lo ha già cantato in passato anche alla Scala ma questa sarà la sua prima inaugurazione. Come sta vivendo questo momento?

«lo prendo come il coronamento di un percorso, di una cavalcata entusiasmante che va a compiersi. Spero di essere all’altezza. Questa è l’apertura della stagione lirica del teatro più importante del mondo perché ha una storia che altri teatri non hanno, è il teatro in cu si identifica il modo di fare melodramma in Italia ed essendo l’Italia la patria del melodramma, l’inaugurazione della Scala è una serata assolutamente speciale, seguita in tv da milioni di persone».

Da Mozat a Rossini, Bellini e Donizetti sono tanti i titoli che ha interpretato alla Scala, e lei è tra gli artisti che vantano più presenze, ma qui per un gioco del destino l’aperura è con Verdi e con una sua opera monumentale. Che effetto le fa?

«Con la Scala ho un rapporto speciale e duraturo, vi ho cantato molto anche quando sono cambiati i sovrintendenti e i direttori artistici. Questa chiamata probabilmente è un segnale di un percorso che si compie, nel senso che arriva in un momento di maturità, in cui ho potuto metabolizzare certi ruoli e ora presenterò questa mia interpretazione con il maestro Chailly e con un cast stellare».

Di cui fa parte il baritonissimo Luca Salsi...

«Salsi che mi terrà a battesimo (ride n.d.r). Lui ne ha fatte diverse di inaugurazioni quindi sembra un veterano del 7 dicembre mentre io sono un esordiente totale! ».

Ormai ha cantato quasi tutti i ruoli verdiani. Cosa può dire di Filippo II a cui è affidata anche la stupenda pagina “Ella giammai m’amò”?

«E’ il personaggio più completo drammaturgicamente di tutta la produzione verdiana, ha mille sfaccettature dal problema dell’amore, al rapporto difficilissimo con il figlio, poi il rapporto con la religione, soprattutto con l’Inquisizione che diventa un rapporto di potere, il potere spirituale contro il potere temporale quindi diventa anche un fatto politico. E’ un personaggio estremamente complicato da rendere in scena, altri sono più difficili vocalmente ma di Filippo diventa molto difficile il percorso interpretativo. “Ella giammai m’amò” fa impazzire il pubblico, è un po’ come la Pira del Trovatore per il tenore!».

Ilaria Notari

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