La curiosità
Il gioco è fra i più classici, adatto a grandi e piccini: fare le coppie fra le carte che, turno dopo turno, i giocatori scoprono sul tavolo. Un semplice esercizio di memoria che questa volta, però, ha molto di più: ogni carta da abbinare è infatti un piccolo gioiello di parmigianità. È “A m'arcòrd”, l'ultima idea nata dalla mente creativa di Giorgio Cantadori, già artefice di “Scantanàdor” e, assieme a Simone Terenziani di «Comelasfoglia», del gioco sulle Barricate. «Tre anni fa, grazie al supporto di Carlo Ferrari, ci siamo dati come obiettivo fare uscire un gioco all'anno. Con “A m'arcòrd” siamo a quota tre e credo che, come successo nei due casi precedenti, anche quest'anno ci sarà da divertirsi», racconta lo stesso Giorgio Cantadori. In più questa volta, svela, l'obiettivo è più ambizioso. «Abbiamo pensato “A m'arcòrd” non solo per i parmigiani, ma anche per i tanti turisti che visitano il nostro territorio e che vogliono portarsi a casa qualcosa che ricordi tutte le nostre eccellenze. In queste carte non manca proprio nulla».
Trenta gioielli
E infatti le scelte spaziano dai monumenti più importanti della città ai grandi personaggi della storia passando per le eccellenze della gastronomia sino alle curiosità legate alla nostra terra. Si dovranno quindi abbinare, tanto per fare degli esempi, due piatti di anolini o di tortelli, ma anche il Battistero, il Duomo, San Giovanni Evangelista o Benedetto Antelami come pure la Cittadella, Bargnocla, il Crudo di Parma, Giuseppe Verdi e, perché no, la Gazzetta di Parma. «C'è proprio tutto quello che racchiude la nostra storia e anche il nostro presente», sottolinea Cantadori che, per raccontare meglio ciò che è raffigurato sulle carte, ha inserito nel fascicolo del regolamento anche la spiegazione di ogni singola illustrazione. «Così chi avrà in mano queste carte potrà capire meglio chi era, ad esempio, Arturo Toscanini o cosa rappresenta il Lungoparma o lo stadio Ennio Tardini per noi parmigiani». Ma, spiega ancora, «con “A m'arcòrd” abbiamo pensato anche ai piccoli di Parma. Ho un amico che tutti i giorni fa una partita con sua figlia che così scopre nuovi luoghi della città che poi va a vedere dal vivo», magari portandosi dietro pure la carta. Illustrazioni che, pregio in più di questo gioco, non sono semplici foto ma veri e propri gioielli grafici «con uno stile originale che abbiamo pensato espressamente per queste edizione».
Anche per “A m'arcòrd”, come era successo nei precedenti giochi, c'è pure lo zampino di Io parlo parmigiano. «Sono loro che hanno individuato la grafia giusta del titolo - conclude Cantadori - Non è come il film di Federico Fellini, qui, come si dice a Parma, c'è un apostrofo e un accento in più».
A m'arcòrd è già in vendita nelle librerie Mondadori di Parma, alla Fiaccadori di via al Duomo, sullo store on line di Io parlo Parmigiano ma, proprio perché pensato per i turisti, è disponibile anche allo Iat di Parma. E vista la grande bellezza delle immagini, molti collezionisti si sono già messi in coda.
Giuseppe Milano
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