Quarant'anni dopo
Tra le gradinate consumate di un vecchio campo da calcio di periferia, di fronte alle grigie pareti verticali di un quartiere dormitorio, quarant’anni fa un gruppo di coetanei toglieva la vita al diciassettenne Stefano Vezzani. Insulti, calci, pugni, fino a che persino il trasporto in ambulanza all’ospedale, fu del tutto inutile per salvare il giovane.
Come un lampo, la banalità del male irrompeva nell’apparente cielo sereno di Parma: nei quartieri dimenticati la noia aveva prodotto cattiveria e brutalità.
Era il 1° luglio del 1983 e il terribile episodio passò alla memoria della storia locale come «Il delitto del Federale», dal nome del campo da calcio in cui avvenne l’omicidio, nel quartiere San Lazzaro.
A quarant’anni di distanza la città non ha dimenticato Stefano e la ferita che la sua scomparsa ha prodotto nella comunità. «I giovani e la città: uno sguardo di genere tra ieri e oggi» è, infatti, il nome del progetto che si è sviluppato nel corso di quest’anno che, ieri, è culminato con la proiezione al cinema Astra del documentario «Confini», realizzato dai giovani registi Sara Cocconi e Samuele Fuda, dedicato alla ricostruzione del delitto e con un occhio rivolto anche al futuro.
Il progetto, realizzato con il contributo di Fondazione Cariparma e con il patrocinio del Comune di Parma, ha visto la partecipazione di numerose associazioni: W4w (Women for Women), Laboratorio democratico Montanara, Controllo di vicinato, Officina delle arti audiovisive, Parrocchia Sacre Stimmate, Acat incontri (Associazione club degli alcolisti in trattamento) e Università di Parma tramite il Cirs (Centro interdipartimentale di ricerca sociale).
Sono stati tre i passaggi che hanno caratterizzato questa lunga iniziativa: «Ricordo» è stato il titolo del primo punto, che è consistito nella dedica a Stefano Vezzani di un parco nel quartiere Montanara.
«Dialogo» è stato, quindi, il titolo del secondo step. «Documentario», infine, è stato il punto finale del progetto che ha portato alla realizzazione del film sulla vicenda di Stefano.
«Abbiamo deciso di portare alla luce la storia di Vezzani - ha detto Francesco Guatelli, dell’associazione Controllo di vicinato - la cui memoria si stava perdendo nel tempo. L’obiettivo è quello di far ragionare i ragazzi facendoli parlare tra loro riguardo a quello che accadde quarant’anni fa, nella speranza di evitare che episodi come questo accadano di nuovo».
Erano 350 gli studenti delle scuole superiori presenti ieri mattina durante la proiezione del documentario.
«Vogliamo dare parola ai giovani e incitarli a non rimanere indifferenti» ha aggiunto Marta Corradi, di Laboratorio democratico.
Il documentario offre, infatti, numerose interviste fatte a ragazzi di tutte le età residenti in vari quartieri di Parma.
«Molti episodi di disagio giovanile - hanno sottolineato i registi, Sara Cocconi e Samuele Fuda - sono collegati alla noia e alla mancanza di opportunità. È necessario che gli spazi di aggregazione in città vengano ulteriormente pubblicizzati».
Alla proiezione era presente anche Sandro Vezzani, fratello di Stefano. «È un progetto molto bello perché, ricordando la figura di mio fratello, mette in luce tutto il malessere che c’era in quartiere in quegli anni».
Prima del film sono intervenuti anche Federica Carpi, consigliera del Comune di Parma, Angela Zanichelli, presidente di W4w e Caterina Bonetti, assessore ai Servizi educativi.
Andrea Grassi
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