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Avvistato un nibbio bianco: forse è la prima volta

Avvistato un nibbio bianco: forse è la prima volta

di Chiara De Carli

09 Dicembre 2023, 03:01

Bassa Parmense La buona qualità dei foraggi del parmense è stata «certificata» da una presenza alata, notata quasi per caso nella Bassa Parmense. Nelle campagne tra la via Emilia e il Po è stato infatti avvistato un esemplare di nibbio bianco, rapace presente in Asia e in Africa ma decisamente raro in Italia.

Non essendo un uccello migratore, quella nel Parmense non può essere considerata una tappa «di spostamento» ma, più semplicemente, qui il nibbio potrebbe essere arrivato dal sud della Francia o o dalla Spagna e aver trovato «un buon ristorante» in cui fermarsi.

A riconoscerlo, e fotografarlo, è stato Michele Mendi, delegato di Parma e membro della giunta nazionale della Lipu.

Un vero colpo di fortuna, come ha rivelato Gabriella Meo, direttrice dell’Oasi di Torrile Trecasali: «Era una giornata nebbiosa e, mentre stavo andando a un appuntamento con Michele, ho visto in lontananza un uccello “un po’ strano” e ci siamo fermati».

Aguzzando la vista - ma soprattutto tirando fuori il binocolo - è stato chiaro che il volatile su cui si era casualmente posato l’occhio era un rapace di cui, nel Parmense, non era finora mai stata documentata la presenza.

Ali lunghe, piume nere sulle spalle, e occhi rossi: è un nibbio bianco. «Sono corso a casa a prendere l’attrezzatura fotografica - ha proseguito Mendi - e, al ritorno, era ancora lì».

E il meteo pessimo si è rivelato quasi provvidenziale, visto che ha permesso di fissare in scatti senza ombre o riflessi tutti i dettagli del fantasma bianco. E se questo è il primo ad essere fotografato nella nostra provincia, chissà se altri sono già transitati senza essere notati.

«Visto da lontano, ad un occhio poco allenato può sembrare un grosso piccione e anche il suo volo non ha la leggerezza e l’eleganza dei rapaci della stessa taglia. Ma la difficoltà nel rilevare la sua presenza è data anche dal fatto che è un animale molto elusivo e, se disturbato, tende ad andarsene», ha sottolineato Mendi, sperando di non vedere da domani le campagne prese d’assalto da fotografi in cerca di un «trofeo» digitale.

«Probabilmente - continua l'esperto - questo esemplare stava compiendo erratismi e, vista la grande disponibilità trofica (biologica, ndr) delle nostre campagne agevolata dalle piantagioni a foraggio, lo ha “convinto” a fermarsi qualche giorno. Al di là del valore documentale dell’avvistamento, la sua presenza è un indicatore di buona salute delle nostre campagne».

Chiara De Carli

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