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ZIBELLO

Altruismo e il senso del dovere: addio al maresciallo Gelsomino

Altruismo e il senso del dovere: addio al maresciallo Gelsomino

di Paolo Panni

23 Dicembre 2023, 03:01

Polesine Zibello Ha onorato fino in fondo la divisa che, con straordinaria dignità ed encomiabile impegno, ha portato per quarant’anni, legato più che mai al celebre motto dell’Arma dei carabinieri «Nei secoli fedele».

Polesine Zibello piange, dal tardo pomeriggio di ieri, la scomparsa del maresciallo Salvatore Gelsomino, quasi 93 anni, storico comandante della stazione carabinieri del borgo rivierasco nel quale da decenni viveva ed al quale era profondamente legato.

Siciliano d’origine, si era arruolato nel 1951 congedandosi nel 1991, ma rimanendo sempre legato in modo profondo all’Arma. Dopo l’incorporamento alla Scuola allievi Carabinieri di Caserta era stato destinato alla Legione Carabinieri di Milano, dal 1955 al 1957.

Quindi, alla compagnia di Como aveva avuto l’opportunità, e l’onore, di collaborare con l’allora capitano Carlo Alberto Dalla Chiesa. Poi, superata la scuola sottufficiali di Moncalieri, l’approdo alla Legione Carabinieri di Parma ed una serie di esperienze tra Corniglio, Parma Principale, San Prospero e nel Modenese fino all’arrivo, nel 1967, a Zibello dove ha guidato, la stazione carabinieri fino al 1982, prima dei suoi ultimi nove anni di servizio a capo del Nucleo Comando della compagnia di Fidenza. Decorato, nel 1984, dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica, successivamente della Medaglia d’oro di lungo comando e della Medaglia Mauriziana per i dieci lustri di carriera, il 4 novembre scorso aveva ricevuto, dall’Amministrazione comunale di Polesine Zibello il Premio Pallavicino: «con stima e riconoscenza – come riportato nella motivazione – per il prezioso e onorato servizio svolto nell’Arma dei carabinieri, a favore della comunità di Polesine Zibello, assicurando sempre profonda umanità e spirito di collaborazione nei confronti di tutti i cittadini».

Nella stessa occasione il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Andrea Pagliaro, gli aveva anche consegnato uno storico documento del 1967 in cui si ripercorre un servizio che, allora da brigadiere, aveva svolto in moto tra le strade della Bassa. Un uomo buono e generoso, Gelsomino, attivo a lungo anche nel campo del volontariato sociale, specie a favore delle persone anziane e in difficoltà, nell’associazione Solarepo.

«Prima ancora che un maresciallo – ha detto in lacrime il sindaco Massimo Spigaroli – abbiamo perso un padre. E’ con grande umanità e spirito paterno, infatti, che è sempre stato attivo su questo territorio che ora lo piange».

Non mancano nemmeno i ricordi personali per Spigaroli: «quando ero bambino lui era il mio maresciallo/padre. Più avanti negli anni, insieme a mia madre Enrica e ad altri volontari, si è a lungo prodigato a favore delle persone in difficoltà con la Solarepo ed ora noi, come amministrazione, cerchiamo di portare avanti questa tradizione». Ne ha esaltato, il primo cittadino, le grandi qualità umane, di uomo buono e giusto, sempre attento alle esigenze di tutti, senza mai fare differenze tra le persone. Per il giorno dei funerali, fissati per martedì alle 10.30 a Zibello, il sindaco ha anche proclamato il lutto cittadino e da subito ha tenuto ad esprimere le condoglianze sue personali, dell’amministrazione e della cittadinanza ai familiari: «che lo hanno accudito con amore sempre – ha rimarcato Spigaroli – fino all’ultimo giorno».

Da parte sua, il maresciallo Gelsomino, lascia un patrimonio di valori e di esempi che sono una grande ricchezza per tutta la comunità. Lui stesso, in un suo recentissimo video, diceva che «la vita non è fatta di avere, ma di dare» e ricordava come «tanti si riempiono la bocca pronunciando le parole dignità, rispetto, umanità e amicizia» ammettendo come spesso si tratti di «parole al vento che la maggioranza non praticano perché sono bambini che si credono grandi, “scimmie” che fanno le stesse cose dei grandi. Umanità e dignità vengono calpestate per interessi personali, in nome di un egoismo sfrenato». Su tutti ha sempre ricordato, con immensa riconoscenza, due amici: il dottor Gian Luca Boldrocchi e il capitano dei carabinieri Matteo Scanu definendoli «professori di umanità» che lo hanno sempre sostenuto, specie nei momenti difficili. Il maresciallo Gelsomino ha lasciato la moglie Maria, le figlie Arabella ed Emanuela, i nipoti, i pronipoti, le cognate ed i cognati.

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