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Piano urbanistico generale

Pug, meno di un quarto dei Comuni ha concluso la procedura

Pug, meno di un quarto dei Comuni ha concluso la procedura

di Silvio Marvisi

28 Dicembre 2023, 03:01

Il tempo è agli sgoccioli e sta per scadere. Il termine per l’assunzione del Piano Urbanistico Generale da parte dei comuni che intendono avvalersene scade il primo gennaio 2024, finora meno di un quarto dei 44 della provincia di Parma ha completato la procedura. È quanto rivendica Silvia Piccinini, capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle che nei giorni scorsi è intervenuta chiedendo alla giunta regionale l’elenco aggiornato dei Comuni e delle Unioni di Comuni che hanno già approvato i piani.

«Alla data del 27 novembre scorso - commenta Silvia Piccinini - soltanto 10 comuni su 44 in provincia di Parma hanno approvato, adottato o assunto i rispettivi Piani Urbanistici Generali. Più di due terzi delle amministrazioni locali non ha ancora nemmeno avviato l’iter per dotarsi di uno strumento indispensabile. Uno scenario a dir poco desolante che dimostra, ancora una volta, la totale inefficacia di uno strumento normativo che non è riuscito e non riuscirà a combattere efficacemente la cementificazione del territorio visto che, come riportato dagli ultimi dati Ispra, lo scorso anno a Parma c’è stato un incremento netto di quasi 100 ettari di suolo consumato».

A quella data hanno approvato il Pug solo Collecchio, Montechiarugolo e Sissa Trecasali, è stato adottato a Sorbolo Mezzani mentre a Felino, Fontanellato, Medesano, Parma, Polesine e Salsomaggiore i Pug sono stati assunti.

Dal primo gennaio 2024 non si potranno più attivare i Pug, i Piani Particolareggiati (nati in precedenza) non sono più in vigore così ogni singolo comune potrà continuare a pianificare e approvare interventi come, per esempio, quelli che prevedono l’espansione di insediamenti produttivi già esistenti senza la necessità di rientrare nella deroga del 3% fissata dalla legge regionale.

«È necessario che la legge regionale venga modificata al più presto come chiediamo da tempo – conclude Silvia Piccinini - servono strumenti realmente efficaci e non norme che si propongono di fermare il cemento per poi farlo rientrare dalla finestra, per contrastare gli stravolgimenti climatici».

Va ricordato che lo strumento per l’urbanistica prevede tre punti salienti: l’assunzione in giunta, quindi un atto politico di indirizzo, l’adozione in consiglio comunale sentendo quindi i pareri dei consiglieri e l’approvazione sempre in consiglio a seguito anche delle eventuali osservazioni di cittadini e imprese, quindi di possibili variazioni alla pianificazione iniziale. Ma in molti casi la strada è lunga.

Silvio Marvisi

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