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Giovanni Battista Fregoso, una vita nel segno dell'impegno civile

Giovanni Battista Fregoso, una vita nel segno dell'impegno civile

20 Gennaio 2024, 03:01

Era nato a La Spezia, ma si sentiva un parmigiano a tutti gli effetti non solo perché nella nostra città ci era arrivato giovanissimo con la famiglia, ma perché Parma la visse intensamente sotto varie angolazioni: da quella inerente la propria professione, a quelle di carattere politico, sociale e sportivo.

Giovanni Battista Fregoso, nota figura di dottore commercialista, è venuto mancare nei giorni scorsi all’età di 87 anni.

Diplomatosi all’istituto Tecnico Melloni, neo diplomato, lavorò come contabile all’Apex, un’azienda che fabbricava calzature ed aveva sede in via Langhirano. Studente lavoratore, si laureò in Economia e Commercio nel nostro Ateneo, dopo di che si avviò alla libera professione aprendo studi, prima in borgo Antini, in seguito in borgo Tommasini ed, infine, in via XXII Luglio.

Professionista serio e preparato, ricoprì numerosi ed importanti incarichi tra i quali quello di presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti.

Consulente del Tribunale e curatore fallimentare, fu molto impegnato anche nel sociale, infatti, fu tra i fondatori del circolo culturale «Il Borgo» di cui ricoprì la carica di vice presidente.

Uomo di grande fede ed impegnato a veri livelli nella diocesi di Parma, Fregoso fu molto vicino anche a don Valentini aderendo al gruppo di volontari che operano a Betania, come pure militò nella Democrazia Cristiana all’interno della componente «Sinistra dc».

Nei tempi bui dell'anonima sequestri Giovanni Battista Fregoso fu presidente del «comitato per Anna», che per molti mesi si impegnò a tenere alta l'attenzione sul tragico sequestro di Mirella «Anna» Silocchi con cortei e fiaccolate. Chiedevano la liberazione di Anna, che purtroppo non arrivò mai.

Uomo di sport avendo praticato sci e tennis, Fregoso amava tantissimo la nostra montagna, e quando ricoprì l’incarico di presidente della Pro Loco di Schia, fu prodigo di saggi suggerimenti volti allo sviluppo del turismo nella zona. Era legatissimo alla famiglia: alla moglie Nice Gaetana, ai figli Luca ed Elisabetta, entrambi docenti, agli adorati nipoti Maria, Francesco, Emilia e Nicola ed al fratello Attilio, giornalista.

Così lo ricordano i figli Luca ed Elisabetta. «Vorremmo dire di te, dell’amore che hai sempre dimostrato alla tua sposa e ai figli nei modi di quel rigoroso pudore che era cifra di rispetto per tutti noi, della generosità d’animo verso chi si rivolgeva a te come amico, parente, persona nella sua semplice e nuda umanità per chiedere conforto, sostegno o consiglio, dei tuoi anni di impegno civile, politico e culturale come testimone attivo di speranza e di una vita veramente nuova, rinnovata nel segno della solidarietà e della fratellanza, della tua professione, del tuo ufficio, degli uomini e delle donne con cui quotidianamente ti sei relazionato come parte integrante della tua famiglia, della tua fede mai bigotta, mai moralistica ma sempre tesa e aperta alla ricerca della verità che sapevi non ci è mai data una volta per tutte, ma sempre di nuovo la incontriamo nel percorso accidentato della nostra vita».

Lo.Sar.

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