Reazioni alla campagna
«I veri amici si vedono nel momento del bisogno: lui non può pulire, fallo tu».
È la frase scelta dal Comune per la campagna di sensibilizzazione rivolta ai padroni degli amici a quattro zampe, per invitare a raccogliere sempre le deiezioni del proprio animale e, dunque, rispettare l’igiene e il decoro urbano (ne ha parlato ieri anche la «Gazzetta»).
L’idea di sensibilizzare attraverso affissioni pubbliche e messaggi social «potrebbe essere buona, peccato - afferma Cristina Battioni, in passeggiata con la fedele Isotta - che prima di incontrare un cestino per strada spesso è necessario camminare per un bel pezzo con in mano i sacchettini maleodoranti: certamente non aiuta nel favorire la pulizia per le strade e i parchi».
Addirittura, l’impressione di Cristina (e non solo) è quella che «molti cestini, soprattutto in centro, siano stati tolti - fa presente -. Ho notato che nella zona del Duomo e del Battistero ce ne sono molti meno, non capisco perché».
La mancanza di cestini è un problema sollevato da molti: «La mia impressione è che i cestini siano addirittura diminuiti, penso sia una cosa assurda - nota anche Filippo Zambrelli, in vasca in centro accompagnato da Gisella, il suo pastore Fonnese -. Direi un controsenso».
La pensa così anche Rossana Dall’Asta, in passeggiata con il suo bassotto Endo: «Per fare rispettare le regole è necessario che ci siano i presupposti - riflette - mi è capitato di dover tenere in mano il sacchettino con dentro i bisogni del cane per tanto tempo prima di trovare un cestino in cui buttarlo. In generale, è vero, c’è bisogno di sensibilizzare i padroni all’educazione e al rispetto. Forse, però, sarebbero più utili controlli da parte delle forze dell’ordine».
Qualcuno, poi, segnala anche che diversi padroni, non trovando alcun cestino nelle vicinanze, decidono scorrettamente di «buttare i sacchetti con gli escrementi dentro alle campane del vetro, che sono di più rispetto ai cestini». Inoltre, i prati e le strade sono «un continuo slalom». Lo sottolinea anche Mariano Lopez, originario della Galizia, a Parma per lavoro: «Quando sono arrivato qui ho notato che tanti padroni non si interessano di tenere pulito e non raccolgono i bisogni dei cani - spiega -. L’altro giorno all’area cani, notando questa scorrettezza, mi sono avvicinato al padrone e gli ho chiesto: “Hai, per caso, bisogno di un sacchetto?».
Mariano è favorevole anche all'invito espresso dalla campagna comunale. «Portare con sè una bottiglietta d'acqua per pulire la pipì del cane? Certo, in Spagna è obbligatorio».
Con il suo Losco, un bianchissimo pastore galiziano, Mariano va solo in alcune aree cani della città, perché «la maggior parte è in condizioni pessime». È proprio solo nelle apposite aree di sgambamento recintate, che i cani possono essere lasciati liberi senza guinzaglio (la regola è ricordata anche nella recente campagna di sensibilizzazione).
L’area cani del parco Ducale, però, per esempio, ieri era «impraticabile»: piena di fango e, al centro, una pozzanghera tanto grande da rendere quasi inagibile la zona. Al lato della recinzione, per «non finire proprio in mezzo all’acqua», ci sono il dalmata Cleo e Roberta Carabet: «In questa area cani è sempre così la situazione del terreno: niente erba e tanto fango - spiega Roberta -. Vengo comunque qui perché abito nelle vicinanze e il cane ha bisogno di muoversi libero».
Cosa si potrebbe fare, allora, per migliorare la situazione? «Cercare di tenere pulite e agibili le aree cani, dove sarebbe opportuno aggiungere anche alcuni dispenser, posizionare più cestini in città, magari di quelli con i sacchetti e, più di tutti, aumentare i controlli - ipotizzano Eleonora Tarantino con Frida e Stefano Bianchi con Twiggy -. E, ovviamente, è necessario un generale, profondo e maggiore senso di rispetto per la collettività».
Come la mettiamo con la bottiglietta per il «risciacquo»? «Adesso non esageriamo - sbotta Eleonora - le strade sono già una latrina a cielo aperto e non certo solo per colpa dei cani. Pretendere da noi anche questo mi sembra un po' troppo».
Anna Pinazzi
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