Fidenza
Sono 150 i casi gravi da intossicazione da monossido di carbonio, che vengono trattati in media ogni anno, nella camera iperbarica dell’ ospedale di Vaio. Un centro questo di riferimento per tre milioni di cittadini emiliani e lombardi.
Nello scorso anno la provincia con più intossicazioni da monossido di carbonio è stata quella di Reggio Emilia, con 42 casi, seguita da Sud Lombardia con Lodi, Cremona, Mantova e parte della provincia di Pavia, con 31 e Parma con 29 casi. Quindi seguono Piacenza con 17 e Modena con 16.
La stragrande maggioranza delle intossicazioni è stata causata da bracieri, un mezzo di riscaldamento questo, utilizzato in particolare dagli stranieri, ma che ha preso piede anche fra gli italiani, in quanto meno costoso del gas. I bracieri hanno rappresentato circa il 70 cento delle intossicazioni, seguiti dal cattivo funzionamento di canne fumarie, caldaie, caminetti, stufe e stufette a gas, barbecue e altro. I pazienti trattati lo scorso anno sono stati in prevalenza stranieri, rimasti intossicati. Interi nuclei familiari, anche con bambini. Tutte le persone trattate si sono salvate grazie all’ossigenoterapia. Per la maggior parte è bastata una seduta nella camera iperbarica, ma dipende dalla gravità della intossicazione. E nei casi più gravi, occorrono più sedute, fino a cinque.
«Il monossido di carbonio – ha spiegato Luca Cantadori, direttore dell’Unità operativa di Anestesia, rianimazione e ossigenoterapia iperbarica dell’ospedale di Vaio – oltre a essere una sostanza altamente nociva, è un gas subdolo perché viene respirato senza accorgersene. Per impedire il suo sviluppo bisogna evitare l’utilizzo in ambienti chiusi, per scaldarsi o cucinare, di bracieri, barbecue, stufe o stufette a gas. Inoltre è di fondamentale importanza una manutenzione periodica degli impianti di riscaldamento».
Nonostante non sia possibile accorgersi della presenza di questo gas nell’ambiente chiuso (se non con appositi rilevatori), è tuttavia abbastanza semplice riconoscere i principali sintomi di questa intossicazione. Se si avvertono sintomi come mal di testa, vertigini, nausea o vomito, confusione mentale, stanchezza, dolore toracico o perdita di coscienza, è necessario contattare subito il 118, per un soccorso sanitario immediato. E’ inoltre prioritario allontanare tutte le persone presenti e aprire porte e finestre, per far entrare aria pulita. «Ogni anno – ha aggiunto Luca Martani, medico anestesista della struttura fidentina – la camera iperbarica di Vaio tratta circa 150 pazienti per intossicazione acuta da monossido di carbonio. La quasi totalità dei casi avviene nel periodo compreso tra novembre e marzo, in concomitanza con l’accensione di apparecchiature di riscaldamento che spesso non funzionano correttamente. Per questo motivo è molto importante la prevenzione, che si traduce in una corretta manutenzione».
Ma la camera iperbarica dell’ospedale di Vaio è attiva anche per il trattamento di alcune patologie croniche, con una media di oltre quaranta persone, che ogni giorno si sottopongono a questo tipo di terapia, seguiti da uno staff composto da medici anestesisti -rianimatori e infermieri specificamente addestrati.
s.l.
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