VARANO MELEGARI
Il piacere e la passione per il collezionismo, per rivivere, attraverso gli oggetti, le atmosfere della civiltà contadina.
Da circa quindici anni Giampiero Bernazzoli espone nelle sale del castello Pallavicino di Varano Melegari documenti, oggetti e strumenti ormai dimenticati dalla società odierna, come macinacaffè Peugeot, scrigni, attrezzi agricoli e rari strumenti provenienti da varie regioni italiane, come un rarissimo calcolatore della prima metà del Novecento.
Per Giampiero Bernazzoli, 73enne originario di Castelcorniglio, in Val Pessola, il bisogno del collezionismo è innato. La sua passione è iniziata con le moto da cross degli anni Sessanta e Settanta, per poi passare alle moto da trial, alle moto d’epoca. Appassionato di pesca alla trota, Giampiero vanta un titolo di campione italiano conquistato nel 1978. Per molti anni ha lavorato come camionista, un’attività che gli aveva consentito di conoscere e poi frequentare i mercatini in diverse città italiane.
Le sale espositive del museo di Giampiero Bernazzoli sono frequentate da cultori della civiltà contadina, scolaresche, curiosi e da appassionati del collezionismo. Le sale museali, aperte grazie al supporto dell’ex presidente della proloco Giorgio Meneghetti e dell’amministrazione comunale, si arricchiscono man mano di reperti, grazie anche a donazioni di strumenti e oggetti, come nel caso di Maria Raboni di Vianino che aveva indicato nel suo testamento la donazione di un telaio della canapa al museo di Bernazzoli.
Nella collezione è incluso anche un armadio che era custodito nella bottega dal varanese Ernesto Negri, noto ai ragazzi del paese e agli adulti nella prima metà del Novecento, perché c’erano i giocattoli, ordinatamente disposti insieme agli attrezzi da barbiere e da fotografo.
Fra i tanti oggetti esposti, alcuni rivestono un fascino particolare, come lo scrigno trovato dal figlio in una discarica, appartenuto a una nota famiglia di Viazzano. Dopo averlo studiato per diverso tempo, spiega Giampiero Bernazzoli, «sono riuscito ad aprirlo e all’interno c’erano i contenitori in vetro di una farmacia portatile, e alcune ricette, una delle quali riporta la data del 19 giugno 1884».
Valentino Straser
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